Venti anni fa gli annullarono il gol regolare che avrebbe portato l'Italia ai quarti del mondiale nippo-coreano: erano i mesi in cui la città veneta elesse il suo ultimo sindaco di centrosinistra. Da allora il centrocampista ne ha fatta di strada, dal sindacato dei calciatori al tentativo (vano) di prendere la poltrona di presidente Figc
Venti anni fa l’impresa la stava già facendo: portare l’Italia ai quarti del Mondiale, in una partita maledetta contro la Corea del Sud… Ma quel gol (buono) glielo annullarono per fuorigioco. E 20 anni fa era pure l’ultima volta che il centrosinistra riusciva a imporsi a Verona, eleggendo Paolo Zanotto sindaco. Chissà che stavolta l’impresa riesca a Damiano Tommasi, ex calciatore, una vita da mediano e da figlio di Negrar, terra di grandi vini alle porte appunto di Verona. Già, perché Damiano Tommasi le imprese facili non le ha mai gradite, meglio quelle difficili: che riescano o meno, perché logiche da superuomini qui non c’entrano nulla. E l’impresa già è stata far toccar palla al centrosinistra a Verona, candidandosi come sindaco e riuscendo a unire attorno alla sua figura tutti i soggetti che si riconoscono in quell’area, dal partito di Calenda, al Pd, all’area più centrista fino alla sinistra più pura. Non era scontato: non accadeva da tempo a Verona. E raggiungendo questo risultato, secondo le proiezioni, Damiano Tommasi ha portato il centrosinistra al ballottaggio e in vantaggio. La forbice lo vede ampiamente primo con un consenso tra il 37 e il 41 per cento contro uno tra l’ex sindaco Flavio Tosi e Federico Sboarina, entrambi alla guida di coalizioni di centrodestra e stimati tra il 27 e il 31 per cento.
Se la gioca Tommasi, come quando era in mezzo al campo: prima nel Verona, sgambettando riccioluto in Serie B, e poi scovato dalla Roma di Franco Sensi, che ne fa un perno del centrocampo. Un perno che, senza mezzi tecnici pari ai fenomeni che gli giocano assieme, diventa secondo Fabio Capello “il calciatore più importante, più di Totti, più di Batistuta”, nell’anno dello scudetto: scudetto vinto a Roma, qualcosa che non capita tutti i giorni insomma. Un mastino gentile, capace di sradicare palloni ma più con la tenacia che con la ferocia: la stessa tenacia che lo porta a un ruolo completamente nuovo dal 2011, alla guida dell’Associazione Calciatori. Presidenza partita in maniera tutt’altro che soft, con lo sciopero dei calciatori per l’accordo collettivo, in dissenso con la possibilità di fare allenare a parte i calciatori in esubero. Battaglie che avevano fatto rumore, e che già cinque anni fa avevano generato rumors di una sua possibile candidatura a sindaco di Verona, sempre in quota centrosinistra: “Non ci ho mai pensato, per ora” aveva commentato all’epoca Tommasi, che di fatto non scese in campo.
Discesa in campo che era avvenuta l’anno dopo, nel 2018, per la presidenza Figc: Tommasi ci aveva provato a gennaio, non riuscendoci, quando la Federazione era poi stata commissariata perché nessuno tra lui (che rappresentava appunto i calciatori), Cosimo Sibilia (che rappresentava i dilettanti) e Gabriele Gravina (presidente della Lega Pro) l’aveva spuntata. Poi l’elezione di Gravina a ottobre dello stesso anno, cui Tommasi si era detto inizialmente contrario poiché a suo parere nessuno dei candidati di gennaio avrebbe dovuto partecipare. In Figc ci è entrato come consigliere federale. Ora l’avventura in politica; i suoi avversari lo hanno definito “una brava persona, ma inesperto”, lui ha accettato i commenti: “Se in politica ci fossero più brave persone sarebbe un gran bel passo avanti”. Ha rimarcato la natura civica della sua coalizione, rinunciando ad aver leader di partito accanto, ma stando tra la gente, e riuscendo a mediare le difficoltà che comporta tenere insieme il partito di Calenda e pezzi dei Cinque Stelle. Per ora ha parlato di dato incoraggiante: “Dovremo attendere per vedere i dati certi, ma il risultato degli exit poll dimostra che la voglia di girare pagina a Verona si fa sentire e questo era il nostro primo obiettivo. È un risultato storico per Verona, dove da tempo si attende la prospettiva di un cambiamento. La speranza è quella di poter iniziare a costruire un futuro nuovo per la città. Non sarà facile, ma è un dato incoraggiante che ci farà lavorare in maniera concreta nelle prossime due settimane”. Già, avrà tutto il centrodestra contro in pratica (da valutare se le divisioni resteranno anche in sede di ballottaggio e come si comporterà l’elettorato), ma l’impresa a Tommasi può riuscire.