Ma la colpa di chi è? Puntare il dito – l’ho detto in radio – sarà anche antipatico ma a volte necessario.

Se una vettura, a detta di tutti, è la più veloce e nelle ultime cinque gare ma non ottiene vittorie, ma solo ritiri e brutte figure, sarà pure tutto ciò responsabilità di qualcuno, o no? Se si è passati da un vantaggio di 46 punti per Leclerc su Verstappen a uno svantaggio di 34 punti, ovvero un parziale di 80 punti, sarà pure colpa di qualcuno? O come sempre è colpa di qualcun altro?

Se la F1-75 soffre problemi gravi di affidabilità è colpa solo della sfortuna? Eppure Enzo Ferrari teorizzava che dietro ai problemi di affidabilità ci fossero solo carenze di attenzione, meticolosità e precisione. Questo non vale più oggi? Se si sbaglia in modo gravoso la strategia a Monaco la colpa è del collegio arbitrale che non penalizza chi, tocca la linea d’uscita box, scoprendo poi invece che era pure permesso dal regolamento?

Se per due anni non si è riusciti a produrre una macchina competitiva (anni: 2020 e 2021) la colpa era della Federazione che aveva punito Maranello per cause mai del tutto spiegate e che oggi il caro Binotto si rifiuta di commentare approfonditamente? O forse ci si è voluti spingere fino al limite e chiedere una segregazione del caso per evitare ulteriori figuracce?

Ottanta punti persi in cinque gare. Ben cinque gare perse consecutivamente e la colpa non è mai della squadra o di chi la gestisce ma sempre di fatti o accadimenti imponderabili che non ricadono mai come responsabilità sulle spalle degli uomini al vertice.

Non è mai troppo tardi per dare una sterzata. Ero uno di quelli che considerava sbagliato cambiare la guida di una squadra di Formula 1 a campionato in corso. Nella scorsa puntata di Pit Talk avevo dato ragione a Carlo Cavicchi, storico direttore di Autosprint, il quale ci diceva come fosse pericoloso cambiare i vertici di una squadra in lotta per il mondiale. Giusto! Se la situazione però volge alla deriva e peggiora di gara in gara forse un cambio potrebbe essere quanto mai urgente se non necessario. Anche perché non è tanto il distacco dalla Red Bull che impressiona, oggi a 80 punti ma quanto il vantaggio che si assottiglia sempre più da chi insegue, ovvero la Mercedes, considerata allo sbando e alla presa con gravi problemi tecnici ed oggi a 38 punti dalla Ferrari.

Mi chiedo allora: siamo in lotta per il mondiale o per la terza piazza costruttori? No, perché visti i distacchi, il dubbio potrebbe pure venire? Sarebbe ora di cambiare la guida della squadra o vogliamo attendere il deragliamento completo ed il “disastro ferroviario”? D’altronde Binotto lo aveva detto alla vigilia di questo gran premio, “l’obiettivo per il 2022 è essere competitivi, non la conquista del mondiale” però per essere competitivi devi tagliare il traguardo non bastano le pole position.

Ma la colpa non è del vertice, è la mia, o la nostra, che seguiamo le gare dalla sala stampa o da casa. Noi con non capiamo come classifica alla mano si possa dar vita ad un disastro così. Si tratta di capire… dicono….

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