Il campione del mondo è uscito letteralmente stremato e con la schiena a pezzi dall'abitacolo della sua W13 dopo il Gran Premio di Baku. Il motivo? Si chiama porpoising
51 giri in una macchina che “saltella” sono distruttivi. Per questo ieri Lewis Hamilton è uscito letteralmente stremato, e con la schiena a pezzi, dall’abitacolo della sua Mercedes W13 dopo il Gran Premio di Baku, in Azerbaijan. Un dettaglio che ha portato addirittura il team a usare parole forti per scusarsi col pilota 7 volte campione del mondo una volta finito il Gran Premio: “Lewis, scusa per questa scatola di m…a” gli ha detto il team principal Toto Wolf, vedendolo così sofferente. Il problema? Il porpoising, ovvero il “saltellamento”: qualcosa che gli altri team di formula 1 sono riusciti a risolvere mentre la Mercedes evidentemente no. Si tratta di una conseguenza dell’effetto suolo, che produce risucchio verso il basso del fondo dell’auto, e dunque quando viene toccato l’asfalto avviene uno stallo aerodinamico. In pratica sembra quasi che le ruote rimbalzino a terra, portando l’auto a un fenomeno oscillatorio. Un fenomeno tale da rendere addirittura le comunicazioni via radio impossibili sui rettilinei, dove la velocità e maggiore. Durissima, in particolare per un pilota di 37 anni come Lewis Hamilton, gestire sollecitazioni così forti per 51 giri a velocità elevatissima. Tant’è che dopo essere uscito dalla monoposto il pilota è andato via letteralmente barcollando, spiegando nelle interviste che il dolore è davvero forte e ammettendo che quella di Baku è stata la gara più difficile della sua carriera.