Almeno due i distretti della città al momento costretti ad una chiusura forzata delle attività di intrattenimento. Alla base un focolaio in un bar di Salitun, area delle movida, delle ambasciate e di centri commerciali. I casi denunciati sono oltre 160 e, di questi, 145 erano clienti del bar
A Chaoyang, il distretto più popoloso di Pechino con quattro milioni di abitanti, sono iniziati i test di massa al fine di contrastare il coronavirus. Dureranno per tre giorni consecutivi e il motivo principale risiede in un “recente focolaio, di natura fortemente esplosiva e di portata diffusa”, come riportato da Xu Hejian, portavoce del governo municipale durante una conferenza stampa.
Almeno due i distretti della città al momento costretti ad una chiusura forzata delle attività di intrattenimento. La causa, l’emersione di un focolaio in un bar di Salitun, area delle movida notturna, delle ambasciate e di centri commerciali. I casi denunciati sono oltre 160 e di questi, 145 erano clienti del bar. Domenica 12 sono stati confermati 29 casi a trasmissione locale e 22 asintomatici.
La Cina resta l’ultima grande economia mondiale ad essere impegnata in una strategia zero-Covid, con una politica sanitaria che prevede lockdown mirati, test di massa e lunghe quarantene. Ma i numerosi focolai registrati negli ultimi mesi hanno messo a dura prova la strategia di annullamento totale dei contagi. A Pechino, per esempio, le scuole devono rimanere chiuse. La maggior parte dei bambini, infatti, non rientrerà in classe il 13 giugno. La nuova ondata di virus, infatti, ha spinto le autorità a revocare la decisione di tornare ad un insegnamento in presenza.
Nel frattempo il Paese ha registrato nella giornata di domenica 12 giugno 143 nuovi casi di Covid-19 trasmessi localmente, secondo quanto riportato dalla Commissione sanitaria nazionale. 69 sono le infezioni confermate, di cui 29 a Pechino, 27 nella Mongolia Interna e 11 a Shanghai. 74, invece, i portatori asintomatici rilevati. A Shanghai, i test di massa (previsti da oggi, 13 giugno, a Pechino) hanno interessato 15 distretti su un totale di 16, coinvolgendo quasi la totalità dei residenti.
“Al momento” spiega Xu “esiste ancora il rischio di un’ulteriore diffusione. Il compito più urgente è rintracciare la fonte del cluster, gestire e controllare i rischi“, aggiungendo che Pechino deve prevenire l’emergere di “amplificatori dell’epidemia”. Per questo, due edifici a Chaoyang, che ospitano centinaia di residenti, hanno attivato la quarantena dopo un singolo caso positivo. Inoltre, grandi barricate di metallo circondano al momento il complesso. Il personale munito di tute ignifughe e disinfettante è entrato nell’edificio e alle uscite sono appostati agenti di sicurezza e di polizia. Diverse le attività commerciali nelle vicinanze in isolamento temporaneo.