Economia

Stretta della Bce, Giavazzi (consigliere di Draghi): “L’inflazione dipende dal prezzo del gas, alzare i tassi è uno strumento sbagliato”

Secondo l'economista nel contesto europeo il rialzo è immotivato perché "noi non abbiamo una inflazione da domanda come negli Usa". E avverte: "Tra qualche mese ridurrà la domanda privata". Il ministro dell'Economia Daniele Franco si era limitato a dire che "se l'inflazione dipende ampiamente da shock dell’offerta l’aumento dei tassi è meno pertinente"

“La Bce promette di alzare i tassi per rispondere all’aumento dell’inflazione con uno strumento sbagliato“. Se il ministro dell’Economia Daniele Franco si era limitato a frasi felpate e periodi ipotetici, auspicando che si evitino “tensioni non necessarie” ma sottolineando che gli annunci arrivati la settimana scorsa da Christine Lagarde erano “prevedibili”, Francesco Giavazzi critica apertamente la decisione dell’Eurotower di normalizzare la politica monetaria. L’economista che dallo scorso anno è consigliere economico del premer Mario Draghi, intervenendo al Premio Alberto Giovannini, ha detto in pratica che nel contesto europeo il rialzo dei tassi è immotivato perché “noi non abbiamo una inflazione da domanda come negli Usa ma abbiamo una inflazione legata al prezzo del gas“. Franco venerdì scorso aveva espresso lo stesso concetto ma con estrema attenzione a non lanciare attacchi espliciti: “Se è dalla parte della domanda l’aumento dei tassi è appropriato per contenere l’inflazione, se l’inflazione dipende ampiamente da shock dell’offerta l’aumento dei tassi è meno pertinente“, aveva spiegato.

La previsione di Giavazzi è che l’aumento dei tassi insieme all’allargamento dello spread “tra qualche mese ridurrà la domanda privata” avviando dunque l’economia verso un rallentamento se non una recessione. Che fare? “A fronte della riduzione della domanda privata dei prossimi mesi dobbiamo accelerare il Pnrr“. Perché resta pur sempre vero che dietro gli attacchi all’Italia ci sono debolezze strutturali di lunghissima data ancora irrisolte che zavorrano la crescita. “La ragione per cui c’é uno spread che alza il costo del debito in Italia è il rapporto tra debito e Pil. Oggi la priorità numero uno è ridurre il rapporto debito/Pil e lo possiamo fare accelerando Pil. Il Pnrr può consentircelo”, secondo Giavazzi, secondo cui comunque non c’è alcun caso Italia: “Il nostro spread è identico a quello di Paesi che hanno lo stesso rapporto tra debito e Pil. Quindi non c’é nulla di speciale che riguarda l’Italia”.

Anche la Commissione europea lunedì ha invitato l’Italia ad “attuare con determinazione” le riforme e gli investimenti previsti dal piano di ripresa e di resilienza. La vice portavoce capo dell’esecutivo comunitario Dana Spinant, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, alle domande sull’allargamento degli spread dopo gli annunci della Bce ha risposto che la Banca centrale è “indipendente” nelle sue decisioni e “per quanto riguarda l’Italia in particolare ci sono riforme e investimenti delineati nel Pnrr che ci aspettiamo rafforzino in modo significativo la resilienza dell’economia italiana, la sua sostenibilità e la sua comparabilità. L’Italia è oggi nella fase di attuazione e ovviamente incoraggiamo le autorità italiane a proseguire con un’attuazione determinata”.