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Pupo: “Mi invidiano perché vivo con mia moglie e la mia amante? Fanno male… È vero che ho pensato al suicidio, poi uno spostamento d’aria…”

Il cantautore si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera, compreso il mancato suicidio del 1989: "Tornavo dal Casinò di Venezia ed ero su un caratteristico viadotto al confine fra Emilia e Toscana. La banca mi massacrava per uno scoperto di 70 milioni di lire. Io avevo un fido di 50 milioni dal casino di Venezia. E li c’erano anche gli usurai. Andai dunque lì per prendere il denaro a prestito e tacitare la banca..."

di F. Q.

Pupo si racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera. La musica una passione nata fin da piccolo: “Quando avevo cinque anni mio padre mi faceva esibire alle battiture del grano. Mi piazzavo sulle grandi tavole del cibo e cantavo le canzoni di Celentano. Su quel palco mi trovavo bene. Avevo la sensazione di trovarmi nel posto giusto“. E la vita sentimentale, ormai non una novità: il cantante vive con la moglie Anna e l’amante Patricia. Ma quanto all’invidia eventuale che alcuni possono provare per questo ‘triangolo’, Enzo Ghinazzi avverte: “Lei dice che mi invidiano. Fanno male. È un percorso che non ho scelto io. Perché è difficile. C’è sofferenza. È troppo facile liquidarlo così. Io oggi ho 67 anni, mia moglie Anna ne ha quasi 70, Patricia ne ha 62 . Sto da 50 con la moglie, da 33 con l’amante. E lei pensa che sia stata una cosa semplice? O che io possa consigliare alle mie tre figlie o a chiunque altro un rapporto pluri-amoroso come il mio? Ma non ci penso nemmeno. Dicevo: invidia sprecata. Come quella di coloro che invidiano Berlusconi, il presidente degli Stati Uniti o i miliardari e non sanno niente su quello che comporta affrontare percorsi di questo genere… Poi la vita è anche fortuna, non solo abilità. Io non mi pento del mio percorso sentimentale che oggi sarebbe più semplice da affrontare. Ho avuto a che fare con due donne speciali. Non sono io lo speciale, sono loro“. Tornando alla musica, il cantautore di Ponticino continua: “Il mio obiettivo, che non ho mai confessato pubblicamente, era ed è stare a metà classifica. In serie A, certo. Ma a metà classifica. Quel posto dove nessuno ti rompe le palle, in cui stai bene. E puoi fare quello che ti pare. Senza dare troppo nell’occhio. Nel mio caso qualcosa non ha funzionato e ho vissuto sotto i riflettori”. Ancora, il tour: “Toccherà in due anni tutto il mondo. Finalmente avrò la possibilità di suonare dal vivo su un palco. E sa perché tutti i concerti sono già esauriti? Non solo per ascoltare quelle dieci canzoni molto conosciute e popolari. No. Il pubblico viene per ascoltare la mia vita. Oltre alla musica ci sono filmati e mia figlia (Clara, 30 anni) che canta con una voce bellissima. Insieme raccontiamo la nostra storia di famiglia particolare. La gente apprezza”. La conferma di un episodio drammatico sul suo mancato suicidio nel 1989: “Tornavo dal Casinò di Venezia ed ero su un caratteristico viadotto al confine fra Emilia e Toscana. La banca mi massacrava per uno scoperto di 70 milioni di lire. Io avevo un fido di 50 milioni dal casino di Venezia. E li c’erano anche gli usurai. Andai dunque lì per prendere il denaro a prestito e tacitare la banca. Non vinsi, ma persi altri 50 milioni peggiorando la mia situazione. Mentre tornavo con la mia jaguar riflettevo sulla mia condizione di… ricco coi debiti. Così avevo parcheggiato sulla piccola corsia d’emergenza del viadotto con l’idea di farla finita. Ero sconvolto, non vedevo vie d’uscita. Era notte, fra sabato e domenica, e i Tir non circolavano. Tutti meno uno: quello che mi sfiorò a un millimetro. Lo spostamento d’aria mosse la macchina di qualche centimetro e mi riportò alla ragione”.

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