Il sindaco uscente, che era caduto dopo le divisioni in maggioranza e le firme dal notaio, viene premiato dall'elettorato e è riconfermato al primo turno con il 60%. I grillini zoppicano anche qui ed è impossibile non pensare alla questione dell'acciaieria. Il governatore Emiliano: "Questa alleanza è quella che ci auguriamo governi anche il Paese"
È stata una vittoria schiacciante quella di Rinaldo Melucci, riconfermato sindaco di Taranto con un 60 percento di voti che ha archivia anzitempo la pratica ballottaggio. Un successo netto sul diretto avversario Walter Musillo, l’ex segretario del Pd candidato dal centro destra che si è fermato a poco meno del 30 percento. Numeri e percentuali che tuttavia devono fare i conti con l’astensionismo sempre più dilagante: nella città dell’ex Ilva ha votato solo il 52 percento degli aventi diritto. Un tarantino su due, insomma, ha disertato l’impegno con le amministrative.
Un segnale inquietante per una terra che dopo il disastro ambientale e sanitario generato dai veleni della fabbrica, appare da un lato sempre più rassegnata e indolente, ma dall’altro ha comunque voluto premiare gli sforzi dell’ex sindaco Melucci che nel suo primo mandato firmò l’ordinanza di spegnimento degli impianti. Una scelta netta, chiara che ha convinto anche gli ambientalisti di Europa Verde e lo stesso Movimento 5 stelle che qui hanno scelto di sostenere il candidato del centrosinistra: il “campo largo” è stata definita la coalizione che vede insieme Pd e 5stelle, che ora il governatore Michele Emiliano vorrebbe esportare. “È uno dei risultati più importanti d’Italia – ha commentato lo stesso Emiliano – perché qui la coalizione si è presentata nella stessa forma che governa la Regione Puglia e che, lo diciamo chiaramente, noi ci auguriamo possa governare l’Italia alle prossime politiche”. Nel dettaglio, tuttavia, il risultato dei 5stelle a Taranto non è stato entusiasmante: il 5 percento dei consensi è un calo significativo rispetto al 12 percento raccolto nel 2017 quando correva da solo e lo slogan “chiusura delle fonti inquinanti, bonifiche e riconversione” aveva attirato anche l’ala più dura degli oppositori dell’Ilva, come il “comitato cittadini Liberi e pensanti”. Un matrimonio che naufragò circa un anno dopo quando, dopo la vittoria alle politiche 2018, Luigi Di Maio dovette ammettere pubblicamente che l’ex Ilva appena affidata ad Arcelor Mittal non poteva essere chiusa. Da allora è toccato a Giuseppe Conte e al senatore tarantino e vice presidente del Movimento, Mario Turco, ricucire i rapporti con il territorio ionico e ripartire praticamente quasi da zero.
Al di là dell’aspetto politico, però, la vittoria di Melucci è per molti la conferma del buon lavoro svolto dalla sua amministrazione nel primo mandato interrotto bruscamente quando, a novembre scorso, 17 consiglieri comunali decisero di depositare le firme da un notaio per sciogliere il consiglio comunale. Una scelta che fin da subito destò rabbia nei tarantini: “La città in modo maturo e concreto ha saputo cogliere le trasformazioni che abbiamo avviato in questi anni” ha spiegato Melucci che ha voluto subito puntare lo sguardo sui prossimi impegni: i Giochi del Mediterraneo del 2026 e i fondi del Pnrr che a causa della caduta dell’amministrazione sono ancora tutti da progettare.