Politica

Campania, De Luca contro l’iniqua ripartizione dei fondi Ssn: così potremmo riprenderci quello che è nostro

Il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha deciso di “andare in guerra” contro la iniqua ripartizione dei fondi del Ssn che danneggia da troppi anni la Regione Campania: “I criteri per la ripartizione del fondo nazionale per la sanità tra le Regioni, mai applicati, sono età anagrafica, aspettativa di vita, deprivazione sociale dal 1996 e si rinviava a ulteriori scadenze nel 2011, poi nel 2015: si impegnava il ministero dell’Economia a definire finalmente i criteri su cui fare il riparto del fondo nazionale sanitario”.

“Sono passati sette anni da allora – ha aggiunto – e il ministero della Salute dorme in piedi, non hanno fatto niente e ci siamo trovati ogni volta in conferenza delle Regioni a essere ricattati dal governo con la complicità di gran parte dei Presidenti delle Regioni che dicevano: se non approviamo il riparto, si bloccano i finanziamenti e vi assumete la responsabilità. Da quest’anno abbiamo deciso di assumerci la responsabilità e bloccare tutto e non arretriamo di una virgola se non fanno le persone serie”.

Per il nostro Presidente De Luca, all’appello per il Ssn campano mancano circa 200 milioni di euro all’anno, ed ogni giorno direttamente sulle tasche di tutti noi cittadini campani ammalati gravano spese dirette sempre più ingenti per curarci dalle troppe malattie che ci colpiscono. Giustamente, quindi, chiede al Nord Italia di riequilibrare il fondo del Ssn che ci danneggia per non meno di 200 milioni di euro l’anno, che ogni anno vanno a vantaggio esclusivo delle Regioni del Nord – soprattutto Liguria, Lombardia e Veneto.

Eppure, ogni mattina, ogni cittadino napoletano per andare a lavorare usa la tangenziale interna alla città. Ogni mattina, senza più alcun motivo valido da oltre dieci anni, regala un euro di pedaggio alla Società Autostrade che appartiene alla famiglia veneta dei Benetton tramite il politico locale Paolo Cirino Pomicino. Sono circa cento milioni di euro all’anno, ogni anno da almeno dieci anni, vero e proprio regalo quotidiano alla più famosa e politicamente influente famiglia imprenditoriale della regione Veneto.

Ancora, in Campania, ogni giorno, inceneriamo ad Acerra non meno di 2200 tonnellate di rifiuti al giorno nel solo maxi inceneritore di Acerra, un inceneritore che ne vale 9 medi europei, oggi l’inceneritore operativo più grande di Italia, costruito con soldi della regione Campania, pagato da tutto lo Stato italiano, che produce energia e tossicità locale con i rifiuti campani, gestito da operai ed ingegneri di tutto il sud Italia, ma che rende alla regione Campania il 51% di quanto produce in energia. Il restante 49%, praticamente senza alcuna spesa tranne gli stipendi dei (pochi) dipendenti meridionali, finisce pressoché totalmente “pulito” nelle casse dalla impresa A2a che è di proprietà dei Comuni di Milano e di Brescia (Lombardia).

Ad oggi, senza la quarta linea non ancora operativa (ovviamente su richiesta della stessa impresa A2a , perché i dati ufficiali sui soli rifiuti urbani non lo imporrebbero), questo maxi inceneritore di rifiuti campani rende alla Lombardia non meno di 75 milioni l’anno, che, con la quarta linea ormai pronta, diventeranno non meno di cento milioni di euro regalati ogni anno ai Comuni lombardi di Milano e Brescia, mentre la tossicità, non meno di 200mila tonnellate di ceneri tossiche e le conseguenti spese di smaltimento, restano tutte ad Acerra. Quindi, dal momento che la matematica non è una opinione, al nostro Presidente Vincenzo De Luca che ha scelto di “fare la guerra” alla regioni del Nord che lucrano sulla pelle dei cittadini campani senza motivazioni valide, ci permettiamo di ricordare che, con il solo “regalo” del pedaggio della tangenziale alla famiglia Benetton e con il “regalo” della quarta linea di Acerra alla A2a dei Comuni di Milano e Brescia che “gestisce” Acerra ma con professionisti ed operai meridionali, regaliamo ogni giorno al Nord esattamente quei circa 200 milioni di euro l’anno che oggi richiede per “riequilibrare” la distribuzione dei fondi del Ssn.

Duecento milioni regalati al Nord e sottratti a Comune di Napoli e regione Campania soltanto con il maxi inceneritore e con il pedaggio della tangenziale interna di Napoli.
Resterebbe un infinito elenco aggiuntivo di altri “furti” quotidiani a danno dei napoletani e a favore del Nord Italia, come ad esempio la mai risolta e tantomeno affrontata questione della vergogna delle tariffe assicurative folli che i cittadini napoletani virtuosi in prima classe da decenni pagano a vantaggio del Nord, che pure detiene l’eccesso di incidenti automobilistici, ma ci massacrano i luoghi comuni sui napoletani “truffatori” quando risulta agli atti che da noi si registra la percentuale più alta d’Italia di cittadini virtuosi in prima classe di rischio ma su cui incombe una tassa impropria per le convergenti azioni truffaldine e criminali di truffatori, incidenti al nord e compagnie assicurative (del Nord) non trasparenti.

Il Presidente De Luca ha così scelto di scendere anche lui in guerra contro questa grave e iniqua sperequazione a danno dei cittadini campani. Ha il nostro plauso ed apprezziamo l’iniziativa, ma parafrasando il nostro amatissimo rimatore Armando Gill (Sul tram di Posillipo al tempo dell’esta’…) dimentica troppe cose quando dice che chi combatte contro l’apertura della quarta linea del maxi inceneritore di Acerra, su richiesta della milanese A2a, fa “ambientalismo stupido”! “Qua stupido madam? Ciento milioni e taxi (Tangenziale ai veneti Benetton), duiciento pa’ ‘appiccia’ (duecento milioni di cui 49% alla milanese A2a) e chest’ qua buon’ora……ca’ nce’ vo’ o’ Banco e Napule caro Governatore!”. Basterebbe solo “riprenderci quello che è già nostro” (citazione da “Gomorra”) per riprenderci immediatamente quei 200 milioni di euro che mancano al nostro Ssn regionale. E qua però finiamo di sentirci male, pensando che, per umiliarci, persino la sede centrale del Banco di Napoli, la più grande Banca di Italia con le maggiori riserve in oro al momento dell’Unità di Italia (1861), è stata completamente rasa al suolo e trasformata in museo (bellissimo ovviamente) da Banca Intesa di Torino!