Ad Avola (Siracusa) Luca Cannata, già sindaco per due mandati, ha ceduto il posto alla sorella Rossana, finora consigliera regionale (e punta a sua volta a sostituirla all'Ars). A Villafranca Sicula i due contendenti si sono piazzati esattamente a pari merito, con 518 voti qualcuno: si spera nel riconteggio per sbloccare l'impasse. Alle Eolie, invece, il cinque volte sindaco a Salina sale allo scranno più alto del Comune vicino (e rivale) di Lipari
Uno scambio di poltrone in famiglia. Succede ad Avola, che regala una delle storie più curiose di queste amministrative. Il vincolo del terzo mandato impone ai sindaci di non potersi candidare per più di due volte, così Luca Cannata, già sindaco per due mandati del piccolo comune in provincia di Siracusa, ha pensato bene di cedere il posto alla sorella Rossana, finora consigliera regionale (entrambi militano in Fratelli d’Italia, con un passato comune in Forza Italia). E Rossana Cannata ha puntualmente vinto le elezioni col 62% diventando la prima sindaca di Avola: “Sono orgogliosa e onorata di essere la prima sindaco donna e di mettere al servizio della città la sensibilità, la grinta, le capacità e le qualità “femminili”, nonché tutta l’esperienza che ho maturato in questi anni al parlamento siciliano”, commenta. E il fratello? A breve correrà per sostituire la sorella in Assemblea regionale a Palermo, completando la simmetria del passaggio di consegne.
Situazione ingarbugliata invece a Villafranca Sicula, in provincia di Agrigento, dove i due contendenti si sono piazzati a pari merito, con lo stesso identico numero di voti. Sono 518 i suffragi conteggiati per il sindaco uscente, Domenico Balsamo, e sono 518 pure per il suo sfidante, Gaetano Bruccoleri. L’assessore regionale agli Enti locali, Marco Zambuto, ha già fatto sapere di essere orientato per concedere il ballottaggio, anche se non previsto per i comuni con meno di 15mila abitanti (Villafranca ne ha 1342). Nel frattempo però a sbloccare la situazione potrebbe essere il riconteggio: ci sono, infatti, 15 schede non assegnate, di cui sette bianche. Basterebbe che una cambiasse “colore” per poter assegnare la guida del paese.
Si riunificano, invece – o quasi – le Eolie. A salire sullo scranno più alto di Lipari sarà infatti il 71enne Riccardo Gullo, già sindaco per cinque volte nella vicina isola di Salina: tre nel comune di Santa Marina (dal 1988 al 2002) e due a Leni (dal 2009 al 2019). Sempre per il vincolo del terzo mandato, aveva poi ceduto il posto, ma mantenendo la carica di vicesindaco di Leni, fino alla candidatura alle amministrative di Lipari. In sostanza Gullo amministra le Eolie da 34 anni ininterrotti, e ne ha davanti altri cinque da sindaco: “Ha vinto una proposta semplice e nuova, nella mia lista non c’era nessun consigliere uscente”, dice. Di certo Gullo è noto per essere stato un buon amministratore e la sua fama deve avere conquistato gli abitanti delle sette sorelle, così che stavolta andrà a guidare il Comune più grande dell’arcipelago, che comprende tutte le isole tranne, appunto, Salina.
La sua vittoria – per soli dieci voti – ha segnato anche una riconciliazione tra vicini: per la prima volta una delegazione è partita da Salina per andare a Lipari a festeggiare. Ben nota, infatti, la rivalità tra le due isole. L’ultimo braccio di ferro si era consumato sul marchio Dop per il cappero locale: il sindaco uscente di Lipari, Marco Giorgianni, aveva chiesto che il riconoscimento fosse attribuito a tutte le Eolie, ma Salina si era opposta rivendicando di essere l’unica a produrre il pregiato frutto. I salinoti, d’altronde, erano già sul piede di guerra per la registrazione del marchio “Malvasia delle Lipari” (anche il celebre passito, infatti, è prodotto solo da loro). Ora che il sindaco più noto di Salina ha conquistato la guida dell’isola rivale, cambierà tutto? “Tutto procederà come già incardinato finora, vedremo solo di correggere qualcosa” commenta.