Nuova svolta nel processo per la morte di Matteo Ballardini, lo studente 19enne morto per overdose da metadone il 12 aprile 2017 a Lugo (Ravenna): la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado rinviando a un nuovo processo. Nel luglio 2020 la Corte d’Appello di Bologna aveva fatto cadere l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale, abbattendo le pene inflitte in primo grado ai quattro amici del giovane, accusati di averlo abbandonato nella macchina parcheggiata fuori mano in cui poi fu trovato senza. Ora la Suprema Corte azzera tutto accogliendo il ricorso del procuratore generale bolognese Valter Giovannini, che aveva sottolineato come i quattro giovani avessero “giocato con il povero ragazzo a una sorta di roulette russa, ruotando ripetutamente il tamburo della sorte che aveva come posta in palio Ballardini medesimo”. E tutto ciò “con la piena consapevolezza” che Ballardini, lasciato in auto senza chiamare i soccorsi, potesse morire, “come poi fatalmente accaduto”.
Nel dettaglio, in primo grado Beatrice Marani era stata condannata a 15 anni e quattro mesi per omicidio volontario con dolo eventuale, pena ridotta in appello a quattro anni e dieci mesi con l’accusa derubricata a “morte come conseguenza di altro reato”, cioè la cessione del metadone. Leonardo Morara, dai 14 anni e 20 giorni inflitti dal Giudice per le indagini preliminari di Ravenna, aveva beneficiato di un “maxi-sconto” che gli aveva abbattuto la condanna ad appena un anno, per spaccio di cocaina e omissione di soccorso aggravata. Infine Giovanni Simone Palumbo e Ayoub Kobabi avevano visto le loro condanne ridotte da nove anni e quattro mesi a otto mesi, sempre per omissione di soccorso.