Davi Rossi, esperto di geopolitica militare, codifica un dispaccio del Ministero della Difesa britannico che identifica il punto debole dell'esercito inviato da Mosca e concentrato sul Donbass: "I battaglioni impiegati non vengono sostituiti da mesi, sono logorati e non riescono a fare addestramento per rigenerare le perdite. Se distruggete questi non ne arriveranno altri"
In un assolato weekend post-pandemia, con le spiagge e i centri commerciali che tiravano più dei referendum e delle cronache geopolitiche, un comunicato del ministero della Difesa britannico di domenica 12 giugno sui giornali italiani non ha avuto forse l’eco che meritava, forse perché era scritto in un linguaggio tecnico-burocratico tipico dei militari ma difficile da afferrare dal di fuori di quel mondo. Proviamo a rileggerlo ora, in modo comprensibile, e ad analizzarlo perché ci può aiutare a capire meglio l’andamento della guerra in Ucraina.
Londra ha riferito che le forze armate russe stanno “grattando il fondo del barile” per avere ulteriori truppe da schierare lungo il lunghissimo fronte fra Chernihiv – dove sono ripresi gli attacchi con missili e artiglieria – e Odessa. Ogni brigata dell’esercito russo normalmente può generare due BTG (su che cosa siano ci torneremo fra un momento) e una volta spostati questi sul campo, nelle caserme rimangono solo quelli che devono ancora addestrarsi e i loro istruttori. Così, strizzando come un tubetto del dentifricio il suo esercito, Putin si deve accontentare di giovani reclute senza esperienza. I tecnici del ministero considerano questi nuovi BTG – forse una trentina- come costituiti da personale raccogliticcio e con ridotta potenza di combattimento. Il loro dispiegamento, fra l’altro, avrà un impatto negativo sulla capacità delle loro brigate “madri”, in quanto non potranno formare questi giovani, spediti dal Cremlino a combattere in tutta fretta. Insomma, dopo questi – forse – trenta BTG Putin non avrà altro personale militare da mandare a combattere per i suoi piani in Ucraina.
Ma che cos’è un BTG? È la cellula base dell’esercito russo nella fase di attacco: in italiano, si può definire una “unità militare terrestre di manovra ad alto livello di prontezza operativa”, ma l’acronimo è inglese e riassume l’espressione “gruppo tattico di battaglione”. Di solito comprende un battaglione di fanteria meccanizzata, con 2-4 compagnie (artiglieria, antiaeree, genio e supporto logistico). A conti fatti, un BTG include 600-800 tra ufficiali e soldati, oltre a 10 carri armati e 40 veicoli da combattimento per la fanteria.
La Russia ne ha 168, a dar retta al ministro della Difesa Shoigu. In Ucraina è arrivata a schierarne al massimo 110: non è che Putin può “smilitarizzare” l’intera Federazione russa per la guerra in Ucraina. Fra l’altro, queste truppe non vengono fatte “rifiatare” da mesi: fra le false esercitazioni prima e la vera guerra poi, molti non tornano a casa da più di otto mesi. Insomma, sono esausti. Fra l’altro, spesso e volentieri sono stati usati nella guerra urbana, come a Mariupol e Severodonetsk, nonostante rendano meglio in campo aperto.
Quella che viene combattuta nel Sud e soprattutto nell’Est dell’Ucraina potrebbe essere definita una versione tecnologicamente avanzata della Prima guerra mondiale, con centinaia di chilometri di trincee, agguati nelle foreste alle truppe nemiche e tanti scontri dove riesci a scambiarti maledizioni col nemico da quanto siete vicini. Ma tutto questo avviene anche con l’utilizzo di droni, satelliti, Javelin, MLaw e altre armi del XXI secolo e ha, evidentemente, un costo enorme in termini di personale non solo per gli Ucraini, ma anche e soprattutto per i Russi che attaccano: gettando nella mischia truppe ancora “verdi” insieme ai loro addestratori, Putin compie un passo falso dettato dalla disperazione: così perde il tessuto connettivo, la capacità di rigenerare altri BTG. E per giunta può farlo solo una volta: in pratica, uccide la sua gallina dalle uova d’oro per prendere fino all’ultimo ovetto. Il messaggio di Londra a Kiev, in questo senso, è inequivocabile: se distruggete questi BTG russi, difficilmente ne arriveranno altri, in tempi sostenibili per il Cremlino, a prendere il loro posto. Perciò, diventa superfluo anche interrogarsi su quante truppe abbia impiegato o stia per schierare Mosca in Ucraina: dopo queste, praticamente non ce ne saranno altre.
Intendiamoci, la Federazione russa ha ereditato piazzali e cimiteri per veicoli pieni di carri armati e mezzi da combattimento che – con un po’ di revisione – possono essere ancora usati, anche se vecchiotti. Ma per guidare un tank ci vogliono dei carristi, non bastano i ragazzini alle prime armi. Purtroppo per il Cremlino, la Russia non ha cimiteri di combattenti (umani) delle guerre sovietiche che possano tornare dai morti per riempire i suoi BTG.