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Riforma del Csm, fallito in Aula il blitz della Lega con voto segreto. Pd attacca: “Lo chiedono le opposizioni per mettere in difficoltà il governo”

Il Senato ha approvato i 43 articoli della riforma del Consiglio superiore della magistratura e dell’ordinamento giudiziario, già licenziata dalla Camera il 26 aprile scorso. In attesa del voto finale, previsto per giovedì mattina, in Aula non sono mancati gli scontri. E pure un tentativo di blitz, fallito, da parte della Lega di Matteo Salvini. Il Carroccio ha deciso di non ritirare gli emendamenti, alcuni dei quali riprendevano i contenuti dei referendum flop sulla giustizia. Al contrario di Italia Viva, che si è astenuta nelle votazioni e ritirato le proposte di modifica, pur ribadendo il suo giudizio negativo: “Una riforma inutile”, l’ha bollata Giuseppe Cucca, responsabile giustizia di Iv.

Dal fronte Pd-M5s-LeU non sono mancate così le accuse nei confronti dei leghisti. “Non si è mai visto un partito di governo che fa opposizione”, ha attaccato il dem Franco Mirabelli. E poi la capogruppo Simona Malpezzi si è scagliata contro la scelta, già annunciata dal leghista Simone Pillon, di voler chiedere un voto segreto, a metà seduta, su una delle proposte in discussione: “I voti segreti sono chiesti dalle opposizioni per mettere in difficoltà il governo, ma questa volta è stato presentato da una forza che dice di voler sostenere il governo e che nell’altro ramo del Parlamento ha votato a favore di questo provvedimento, mentre qui non sembra voler portare a casa questa riforma”.