Algeri ha deciso di sospendere la cooperazione con Madrid a causa dell’appoggio al piano marocchino sul Sahara Occidentale. Ma le istituzioni dell'Ue teme che sulle scelte del governo si nascondano i movimenti di Mosca che tenta di frenare i piani di diversificazione dell'Ue sugli approvvigionamenti energetici. In un Paese che, negli ultimi mesi, ha mostrato vicinanza alla Federazione russa
“La decisione presa dall’Algeria di sospendere il Trattato di amicizia e di buon vicinato firmato con la Spagna nel 2002 desta grande preoccupazione”. È quanto dichiarano in una nota congiunta il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri dell’Unione europea, Josep Borrell, a seguito di un incontro con il ministro degli Esteri spagnolo José Albares a Bruxelles lo scorso 10 giugno. “Siamo in stretto contatto con il governo spagnolo e ci rivolgiamo alle autorità algerine per chiarire rapidamente la situazione”, hanno aggiunto i commissari europei. Da parte sua, l’Algeria ha respinto, in un comunicato rilasciato dal suo ministero degli Esteri, le dichiarazioni “frettolose e infondate” rilasciate dalla Commissione europea. Secondo il governo algerino, infatti, “la fretta e la parzialità di queste affermazioni evidenziano l’inadeguatezza del loro contenuto, in quanto si tratta di una distanza di natura politica con un Paese europeo che non ha alcun impatto sugli impegni dell’Algeria nei confronti dell’Ue”. L’Algeria assicura quindi che gli accordi commerciali ed energetici verranno mantenuti e respinge “qualsiasi insinuazione e domanda relativa alla questione delle forniture di gas alla Spagna”.
Bruxelles teme invece che dietro le misure adottate in questi giorni dall’Algeria nei confronti della Spagna ci sia la mano della Russia. Secondo quanto riporta il periodico spagnolo El Pais, “le visite di Lavrov e Maduro (presidente del Venezuela, ndr) nelle ultime settimane sono fondamentali” per spiegare questo cambio di manovra della politica estera algerina. Il quotidiano iberico allude soprattutto al viaggio del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che lo scorso 7 giugno ha incontrato il suo omologo algerino e il presidente Abdelmadjid Tebboune per “rafforzare la cooperazione militare e tecnica“. Secondo infatti quanto riporta El Pais, la Russia “vuole destabilizzare” il fianco meridionale e “fare rumore per il vertice della Nato” che si terrà a Madrid il 29 e 30 giugno. Le dichiarazioni dello scorso 8 giugno del premier spagnolo Pedro Sánchez al Congresso dei deputati, in cui ha ratificato il suo sostegno alla posizione marocchina sul Sahara Occidentale, sono state quindi “la scusa perfetta” che l’Algeria ha usato per destabilizzare l’intera area del Mediterraneo, soprattutto alla luce della dipendenza energetica dei Paesi dell’Europa meridionale nei confronti del gas algerino.
È importante infatti sottolineare che le forniture di gas dall’Algeria nel 2021 hanno raggiunto il 40% del fabbisogno spagnolo e il 7% di quello europeo, una percentuale destinata ad aumentare dopo la guerra russa in Ucraina. L’Algeria trasporta il suo gas verso la Spagna attraverso due gasdotti, di cui uno, il Maghreb-Europe, che passa al confine tra l’Algeria e il Marocco e attraversa lo stretto di Gibilterra, è stato chiuso nell’ottobre 2021 da Algeri a seguito dell’inasprimento dei rapporti diplomatici con Rabat. Il secondo gasdotto, chiamato Medgaz, attraversa il Mediterraneo prima di arrivare ad Almeria. L’Algeria fornisce poi anche l’Italia di gas attraverso il gasdotto TransMed che approda a Mazara del Vallo passando per la Tunisia. Lo scorso aprile una missione del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio ad Algeri si è conclusa con la firma di una “dichiarazione d’intenti sulla cooperazione bilaterale nel settore dell’energia”, portando a un accordo tra Eni e la compagnia statale algerina Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l’Italia che dovranno passare dagli attuali 21 miliardi di metri cubi all’anno (30% del fabbisogno nazionale di energia) a circa 30 miliardi, diventando di fatto il primo fornitore dell’Italia e rimpiazzando la Russia di Vladimir Putin.
L’Italia però rischia di boicottare il gas russo per rifornirsi da uno dei Paesi che si è dimostrato più vicino a Mosca dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Insieme ad altri 34 paesi, l’Algeria si è infatti astenuta nella votazione Onu dello scorso marzo sulla condanna dell’invasione russa dell’Ucraina mentre il 7 aprile scorso ha votato contro l’esclusione di Mosca dal Consiglio dei diritti umani. Una posizione definita come “equilibrata e imparziale” da parte di Lavrov che durante la sua visita nel Paese nordafricano non ha esitato a dimostrare il proprio apprezzamento per “la posizione misurata, obiettiva ed equilibrata che l’Algeria assume sulle questioni ucraine nelle organizzazioni internazionali e, in generale, nella loro politica estera”.