Il sindaco tentenna, diviso tra il pressing della Lega per un accordo con l'ex primo cittadino e il no di Fratelli d'Italia in nome di "moralità e dignità". Intanto il neo-forzista pronostica: "Tommasi è favorito per la vittoria". E Italia Viva lo scarica: "La sua è una follia, valutiamo di sostenere il candidato del centrosinistra"
Non sa che pesci pigliare, il candidato sindaco di Verona Federico Sboarina. Pressato dai partiti che lo appoggiano (Fratelli d’Italia e Lega) e messo in difficoltà dall’offerta di Flavio Tosi (appena iscrittosi a Forza Italia) di apparentamento per il ballottaggio, si è ritrovato a convocare una conferenza stampa e annullarla dopo nemmeno 12 ore. Alle 21.45 del 15 giugno, lo staff del sindaco uscente annunciava: “Domani, giovedì 16 giugno alle ore 10.45 in piazza San Zeno, conferenza stampa del sindaco di Verona Federico Sboarina per comunicazioni politiche”. Alle 9.01 di giovedì 16 giugno, il dietrofront. “La conferenza stampa è rinviata per sopraggiunti impegni istituzionali. Seguiranno comunicazioni”.
Non è precisato quali siano gli impegni di un sindaco uscente. E’ evidente che Sboarina (con un deludente 32 per cento al primo turno) non ha ancora deciso se caricare sul proprio carro il nemico ex sindaco (Tosi ha amministrato dal 2007 al 2017) che in campagna elettorale non gli ha risparmiato attacchi di ogni genere, ottenendo il 23 per cento dei consensi. Un accordo ufficiale tra partiti porterebbe a un significativo drenaggio di voti. Nel caso il centrodestra ricompattato per battere l’ex calciatore Damiano Tommasi (40 per cento al primo turno) riuscisse nell’impresa, Sboarina, Fratelli d’Italia, Lega e Verona Futura avrebbero 14 consiglieri. Tosi-Forza Italia passerebbero all’incasso con 8 seggi dei 22 della nuova maggioranza. Ci sarebbero poi gli assessori: 6 per Sboarina, 4 per Tosi. Inoltre, ci sarebbe da discutere il nuovo programma, visto che Tosi ha posto soprattutto due problemi: la sicurezza in città e i progetti urbanistici. Per convincere Sboarina, Tosi ha dichiarato: “Se Tommasi riesce a riportare al voto chi lo ha votato domenica non c’è partita. È nettamente favorito”.
A favore di un accordo c’è innanzitutto Matteo Salvini, anche se assomiglierebbe a un matrimonio di interessi e darebbe probabilmente vita a trattative stile Prima Repubblica. “L’accordo con Tosi lo farei domattina perché le mie simpatie non devono avere ricadute” ha dichiarato il segretario leghista a Porta a Porta. Anche Luca Zaia lunedì sera aveva criticato il fatto che a Verona il centrodestra fosse andato diviso e aveva auspicato: “I numeri ci dicono che dove il centrodestra corre unito si portano a casa i Comuni, dove invece ci si presenta separati – peggio ancora se la separazione è anticipata da dibattiti spesso poco comprensibili ai cittadini – gli elettori giustamente puniscono il centrodestra. La visibilità politica dei dati va a chi rotture non ne crea”.
I Fratelli d’Italia sono meno convinti, anche perché Giorgia Meloni ha subito invitato Lega e Forza Italia ad abbandonare il governo. Tra i contrari all’accordo c’è Daniele Polato, ex assessore di Sboarina, ora consigliere regionale di Fdi, che su Facebook ha scritto: “Essenza, finalità, mezzi non giustificano mai la perdita della propria moralità e dignità. Forza Federico siamo con te e Verona ti premierà nuovamente”. Ma anche uno degli alleati di Tosi sembra non gradire. Davide Bendinelli, coordinatore di Italia Viva, ha dichiarato: “Le forzature in politica non pagano mai. Quella di Tosi è una follia, una farsa. A questo punto stiamo valutando di sostenere Tommasi”. Fino a sabato scorso, Matteo Renzi aveva dichiarato: “Noi scegliamo i candidati migliori, e Tosi è il miglior sindaco possibile per Verona”.