Da dieci mesi consecutivi le vendite di auto nuove in Europa stanno diminuendo, senza soluzione di continuità. L’ultimo è il dato di maggio, in cui secondo l’Acea (l’associazione di costruttori europei) le immatricolazioni registrate nel vecchio continente (Ue, più UK e paesi Efta) non hanno superato le 948.149 unità, facendo registrare un calo del 12,5%.
Fermando il dato alla sola Unione Europea, la flessione sarebbe dell’11,2%. Ma è significativo che tutti i quattro principali mercati continentali abbiano contribuito all’ennesima debacle. Tra questi, l’Italia si è distinta in negativo (-15,1%), seguita da seguita da Spagna (-10,9%), Germania (-10,2%) e Francia (-10,1%).
Per quanto riguarda Stellantis, a maggio le immatricolazioni di auto nuove del gruppo in Europa (Ue+Uk+Paesi Efta) sono calate del 14,6%, a quota 191.489. Di conseguenza, anche la quota di mercato è scesa: -0,5%, passando dal 20,7% al 20,2%.
Il risultato del mese scorso porta quello da inizio anno ad una flessione complessiva del 12,9% (-13,7% nella sola Ue), con 4,531 milioni di nuove auto immatricolate. Anche considerando i primi cinque mesi del 2022, l’Italia è il fanalino di coda tra i grandi con il suo -24,3%. Dietro di lei Francia (-16,9%), Spagna (-11,5%) e Germania (-9,3%).
Numeri che se rapportati ai primi 5 mesi del 2019, pre pandemia, mostrano un calo che si attesta sul 34,7%: ovvero, in questi anni disgraziati tra emergenza sanitaria e guerra si è perso un terzo delle vendite. Una situazione che secondo il presidente del Centro Studi Promotor, Gian Pimo Quagliano, “tenderà a peggiorare ulteriormente, perché in nessun paese si prevede un’inversione di tendenza. Sarebbe molto opportuno che le autorità di Bruxelles, così attente alla mobilità del futuro oltre che all’ambiente, adottassero o suggerissero agli stati membri provvedimenti per rilanciare oggi il mercato dell’auto che è al collasso e che vede già volumi di immatricolazioni che in tutta l’area sono insufficienti per garantire la normale sostituzione dei veicoli giunti a fine vita e ciò con grave pregiudizio per l’ambiente e per la sicurezza della circolazione”, ha concluso.