A leggere i dati sulle circoscrizioni dal sito del Comune, grazie agli open data di Parliament Watch, è possibile analizzare il voto cittadino nei vari quartieri. Così si scopre che la coalizione del neosindaco Roberto Lagalla ha stravinto nei quartieri periferici. In centro, invece, i valori sono più bilanciati, col centrosinistra che ha preso qualche voto in più nel salotto buono del capoluogo siciliano
In Corso dei Mille, la strada che a Palermo conduce al quartiere Brancaccio, andava Francesco Lombardo, candidato di Fratelli d’Italia al consiglio comunale. Doveva incontrare Vincenzo Vella, considerato il boss della zona, per chiedergli “una ventina di voti”. “Li prendi”, lo rassicurava lui. Sono stati arrestati entrambi per scambio elettorale politico mafioso, due giorni prima del voto: nonostante tutto, però, Lombardo ha incassato comunque 160 preferenze. È qui, in corso dei Mille, che si trova la sezione 49, una delle 600 in cui si votava a Palermo. La 49 consegna un chiaro spaccato della mappatura del consenso, dove la forbice tra centrosinistra e centrodestra è lampante: 19,6 per cento per i primi, 63 per i secondi. È solo una sezione, uno zoom, in sostanza, sulla cartina del voto che riallargata disegna la rappresentazione grafica del consenso elettorale nel capoluogo siciliano. Percentuali quasi bulgare per il centrodestra nelle periferie, bilanciamento in quelle centrali (dalla Favorita alla Stazione): questo in estrema sintesi è successo lo scorso 12 giugno quando è stato incoronato sindaco l’ex rettore Roberto Lagalla, sostenuto da 9 liste, contro 4 del contendente di centrosinistra Franco Miceli e tre di Fabrizio Ferrandelli, candidato di Azione. Il Pd è il primo partito di Palermo, seguito da vicino da Forza Italia, mentre la Nuova Dc di Totò Cuffaro supera la soglia di sbarramento, come anche la lista della Lega, anche se solo per un soffio. Questo il quadro generale. Ma cos’è successo nei quartieri di Palermo?
A leggere i dati sulle circoscrizioni dal sito del Comune, grazie agli open data di Parliament Watch, è possibile analizzare il voto cittadino nei vari quartieri. In tutta la zona sud della città, un’area che comprende circa 300mila abitanti, il centrodestra viaggia da un minimo del 65 a vette del 75/80 per cento. Sono in tutto 8 le circoscrizioni a Palermo, nella seconda e nella terza, che comprendono Brancaccio, il quartiere che fu il regno dei fratelli Graviano e in cui lavorava Padre Puglisi (assassinato proprio per ordine dei due boss delle stragi) il centrodestra non scende mai sotto il 60 per cento e addirittura nella seconda circoscrizione raggiunge la vetta del 70. In tutta la zona che va dalla stazione centrale fino a Santa Maria di Gesù, la coalizione che ha portato in trionfo Roberto Lagalla ha incassato il 68 per cento dei consensi, mentre quella che ha puntato sullo sconfitto Franco Miceli, è rimasta inchiodata soltanto al 22.
Forbici molto ampie che si stringono appena nella parte opposta della città, a nord, ovvero in zone come il Cep o lo Zen, quartieri popolari molto noti anche a livello nazionale: qui il centrodestra viaggia su 62/63 per cento di preferenze, contro il 32/33 della coalizione opposta. Mentre in entrambe le macroaree viaggia sul 10 per cento la lista di Azione e + Europa in sostegno di Ferrandelli. Questo il dato per le circoscrizioni che restituisce un quadro più bilanciato nelle zone centrali. Ma andiamo a vedere cosa succede esattamente nelle sezioni. Alla scuola Leonardo Sciascia di via Adam Smith, allo Zen 2, due sezioni danno il quadro dell’esito elettorale: la 111 e la 112. Qui la lista di Sinistra civica prende il 2 per cento nella prima e altrettanto nella seconda, il M5s invece incassa solo l’1,8 nella prima e il 4 nella seconda. Va meglio la Democrazia cristiana di Totò Cuffaro che ottiene il 3 nella 111 e il 5 nella 112. Bassina resta anche la lista di Prima l’Italia con il 2 e il 3 per cento. Mentre è Fratelli d’Italia a farla da padrone con il 20 e il 10 per cento nelle due sezioni dello Zen. Resta dietro Forza Italia con il 18 e l’11 per cento. Benissimo va anche la lista dei renziani, Lavoriamo per Palermo, in sostegno del neosindaco, che segnano 13 e 12 per cento. La lista di Calenda per Ferrandelli prende invece il 10 e il 12. Si difende bene anche il Pd con il 13,8 e il 13,1.
Lasciando da parte le percentuali e contando voto per voto a favore delle liste nella scuola Falcone, nel cuore dello Zen 2, il centrosinistra incassa 285 preferenze mentre il centrodestra prende quasi il triplo: 765. La prima forza politica, invece, è il partito di Silvio Berlusconi che prende 219 voti, seguito dalla lista di Ferrandelli Azione e +Europa con 158, terzo il Pd con 156 voti, mentre la Dc di Cuffaro incassa 146 preferenze. Non soccombe il M5s che prende 101 voti, due in più di Fratelli d’Italia che ne prende 99, mentre Prima l’Italia, il simbolo della Lega, ottiene appena 33 preferenze. Dall’altro lato della città, invece, nell’Istituto Sperone – Pertini, le preferenze sono 573 per il centrodestra e 260 per il centrosinistra, 71 preferenze sono invece per Azione e +Europa con Ferrandelli. Mentre in pieno centro, alla Rapisardi, dove vota il salotto buono di Palermo i numeri cambiano: 645 per il centrosinistra contro 615 del centrodestra. Qui, nel cuore della Palermo bene è il Pd il primo partito con 407 voti, ma non va male neanche la lista di Sinistra civica che prende 165 preferenze, mentre in alcune sezioni periferiche addirittura scompare. Forza Italia resta a 149 e viene superato da Fratelli d’Italia con 180 voti. Nel cuore del centro palermitano, invece, Cuffaro incassa 76 preferenze.