Dopo venti mesi dalla richiesta fatta da India e Sudafrica di una sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini, farmaci e kit diagnostici per il Covid, dopo infiniti rinvii e dopo uno scontro durissimo, a suon di ricatti, avvenuto tra l’UE e l’India, all’alba di venerdì 17 giugno l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC-WTO) ha concluso, con due giorni di ritardo, i lavori della sua 12° conferenza interministeriale.

Nel comunicato stampa ufficiale, pubblicato nella notte tra il 16 e il 17 giugno, il WTO ha annunciato, con grande enfasi, l’accordo sulla sospensione dei brevetti dei vaccini, notizia subito rilanciata da Bloomberg e ripresa da tutte le principali agenzie internazionali e quindi dai media nazionali.

Ma la realtà è ben diversa: siamo di fronte ad una bufala, ad una fake-news costruita ad arte.

Nel documento finale, infatti, i brevetti non vengono nemmeno citati e nemmeno viene accennata la possibilità di una temporanea sospensione. Il testo si limita solo ad illustrare alcune facilitazioni per i Paesi in via di sviluppo nell’uso delle licenze obbligatorie, già peraltro previste dagli accordi Trips e che nulla hanno a che vedere con la richiesta di sospensione temporanea dei brevetti, che resta uno degli strumenti essenziali per tutelare il diritto alla salute in ogni angolo del mondo.

Siamo di fronte a un vergognoso gioco delle tre carte: dietro tante parole il nulla, mentre il destino di milioni di esseri umani sembra segnato.

Medici Senza Frontiere (MSF), varie ong compreso il comitato italiano Nessun Profitto sulla Pandemia, protestano e denunciano le bugie comunicative; verso le 13,00 del 17 giugno il WTO modifica il comunicato, scompare la “sospensione dei brevetti sui vaccini” sostituita da “una deroga a determinati requisiti relativi alla concessione di licenze obbligatorie per i vaccini contro la COVID-19”; vi è una differenza come tra il giorno e la notte. Ma ormai il risultato è stato ottenuto, i media mainstream del villaggio globale hanno fatto il loro lavoro e sarà molto difficile convincere l’opinione pubblica che, purtroppo, le cose non sono andate così: i brevetti non sono stati sospesi.

Il testo finale è tutto incentrato solo sulle licenze obbligatorie, ossia sulla possibilità già esistente, che un Paese, in difficoltà economica e travolto dalla pandemia, possa decidere di ricorrere alla produzione dei vaccini senza l’autorizzazione preventiva da parte dell’azienda detentrice dei brevetti, con la quale dovrà comunque concordare un rimborso economico. Il documento introduce solo alcuni limitati miglioramenti in tale meccanismo che certamente non possono risolvere la necessità di assicurare, a tutti i Paesi del Sud del Mondo, i quantitativi necessari di vaccini e kit farmaceutici anti Covid.

Oltretutto la decisione di ricorrere alle licenze obbligatorie è nelle mani di ogni singola nazione che si troverebbe a doversi confrontare da sola con le grandi multinazionali farmaceutiche, con una ben bassa possibilità di poter ottenere un risultato significativo. Non è difficile prevedere che sarà quasi impossibile utilizzare questi meccanismi, come lo è stato fino ad ora nella loro versione precedente.

Si tratta di un’operazione puramente di facciata, che, ad essere ottimisti, darà solo qualche strumento in più a India e Sudafrica per tentare di opporsi alle numerose cause che le multinazionali hanno intentato e/o intenteranno per l’eventuale non rispetto dei brevetti da parte di questi Paesi. Oltretutto questo complicato meccanismo delle licenze obbligatorie riguarda solo i vaccini; per i farmaci e i kit diagnostici per il Covid tutto è rinviato di ulteriori sei mesi ai futuri incontri dell’Omc.

Il presidente nazionale di MSF, Christos Christou, ha dichiarato che le misure definite nell’accordo “non affrontano minimamente il problema dei monopoli farmaceutici, non garantiscono un accesso sostenibile a strumenti medici salvavita e costituiranno un precedente negativo per future pandemie e crisi sanitarie globali”. In sintesi, è stata riaffermata l’intangibilità dei brevetti e il dominio del profitto sulla salute. Sulla salute di tutti perché, come ormai abbiamo potuto ben comprendere, una pandemia e le sue varianti non si fermano ai confini. Oggi i brevetti bloccano vaccini e cure per il Covid, un domani potrà accadere con altre emergenze sanitarie.

In questo sconfortante quadro si aggiunge lo sconcerto per la posizione dell’Italia, espressa al WTO attraverso un documento nel quale si legge: “La produzione globale di vaccini è costantemente aumentata e la proprietà intellettuale è stato un fattore facilitante…” un’affermazione che rappresenta un totale ribaltamento della realtà e che certamente non facilita la discussione.

Il nostro Paese si conferma come uno dei principali alleati di Big Pharma.

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