Ambiente & Veleni

Montepulciano, la battaglia dei cittadini nella culla del vino: “Polveri e rumori dall’azienda di gomma. Ma Arpat e Regione non rispondono”

Nel cuore verde della Toscana le denunce di un comitato nei confronti di un'impresa che lavora pneumatici. Sul caso sono stati presentati un esposto in Procura e un'interrogazione in Parlamento. La protesta dei residenti: "Ci sono cumuli alti come palazzi lasciate completamente all’aria aperta, con rischio d’incendio e di dispersione del materiale". La ditta si difende: "Nelle nostre procedure non ci sono combustioni, non esiste alcuna emissione di fumi"

Un esposto in Procura, un’interrogazione parlamentare, anni di battaglie per avere maggiore trasparenza. A Montepulciano, in provincia di Siena, nel cuore verde della Toscana, tra le campagne che hanno dato fama mondiale ai prodotti di questa regione (a partire dal vino), si consuma un braccio di ferro tra un comitato di cittadini e un’azienda che proprio lì, nel paese patria del Vino Nobile, lavora recuperando gomme e pneumatici fuori uso, la Microgomma Energia. L’impianto si trova vicino ad abitazioni e terreni e da qui nasce la paura del gruppo di residenti sulle possibili conseguenze ambientali, sulle quali sono stati chiesti più volte accertamenti che però al momento non hanno dato risposta certa. I principali problemi segnalati dal comitato Montepulciano Terra Nostra vanno dall’inquinamento acustico al cattivo odore fino a diversi principi d’incendio e alla dispersione di una “polvere nera” che si posa – questa è la versione dell’associazione – anche sui terreni agricoli limitrofi. Il comitato, dopo aver atteso risposte dalle autorità, ha presentato un esposto conoscitivo alla Procura di Siena: “Siamo in attesa del risultato della perizia” dicono. Intanto il senatore Luca Briziarelli (Lega) ha presentato un’interrogazione parlamentare.

“Noi non facciamo una battaglia personale – spiega Carlo Paolini, agricoltore e consigliere di Montepulciano Terra Nostra – ma facciamo una battaglia per la difesa del nostro territorio, siamo nel cuore del rosso di Montepulciano, è una zona volta all’agricoltura e abbiamo paura dell’inquinamento. C’è il forte dubbio che ci sia un problema di inquinamento nei terreni circostanti”. E poi il rumore, denunciato da diverse famiglie, racconta, anche al di fuori degli orari consentiti: è uno dei principali punti a cui si appellano le famiglie che abitano lì vicino. In un rapporto di Arpat del 2020, il rumore da Microgomma risultava essere superiore ai limiti ammessi dalla normativa (8,1 decibel contro 5). L’azienda regionale per l’ambiente inviò all’azienda una serie di prescrizioni che tra le altre cose riguardavano, secondo Legambiente, lo scarico dell’impianto, i sistemi di bagnatura e l’adeguamento di alcuni punti di prelievo alle emissioni in atmosfera. La Regione aveva diffidato l’azienda di non superare le scadenze fissate da Arpat, ma l’esito – lamentano cittadini e Legambiente – è sconosciuto all’opinione pubblica. “Ci dicono che è tutto a posto, senza però produrre la documentazione che attesta che sia effettivamente tutto a posto, è una situazione incredibile e noi cittadini non sappiamo più che fare” dice Pier Paolo Fabretti, un altro abitante di Montepulciano. “Ci sono cumuli di gomme alti come palazzi lasciate completamente all’aria aperta, con rischio d’incendio, dispersione delle gomme e inoltre la stessa proprietà ha un altro impianto nel nostro Comune che preoccupa le persone”. Il riferimento è al caso dell’impianto per biogas a Fornacelle promosso dalla società agricola Poliziana, al centro delle polemiche da qualche mese: la struttura, vicina al Lago di Montepulciano che è riserva naturale, dovrebbe essere potenziata e anche questo rientra tra le preoccupazioni di Legambiente e cittadinanza.

Da Microgomma a rispondere è il proprietario Omar Pellegrini che cerca di rassicurare abitanti e ambientalisti: “La nostra attività per sua natura non può comportare nulla di quanto è stato ripetutamente denunciato in quanto i nostri processi di trattamento sono esclusivamente meccanici e non vi è nessuna forma di combustione quindi di conseguenza non esiste nessuna emissione di fumi”. “La stessa cosa – continua – è per gli scarichi nel torrente che ovviamente sono regolarmente autorizzati ma sono solo scarichi di prima pioggia dei piazzali e le acque dei tetti, quindi non si tratta di acque di processi industriali i nostri impianti non lavorano ad acqua: solo questo dimostra la piena malafede di quanto viene esposto”. Tutta la documentazione a riprova di queste parole, conclude, è in mano all’Arpat. Tuttavia sia Arpat sia Regione Toscana, alle richieste de ilfattoquotidiano.it, non hanno mai risposto. Il sindaco di Montepulciano Michele Angiolini afferma di aver sempre considerato le segnalazioni dei cittadini: “Accertamenti di nostra competenza sono stati già effettuati, altri sono in corso; ci risulta anche che alcune indagini di soggetti terzi siano state già compiute o siano in corso per accertare eventuali illeciti e conseguenti responsabilità”. Anche in questo caso, però, alla richiesta de ilfatto.it di visionare l’esito di questi accertamenti non è arrivata alcuna risposta.