Ad annunciarlo è stata la presidente, Ursula von der Leyen, al termine della riunione del collegio alla quale si è presentata con giacca gialla e camicia blu, riprendendo i toni della bandiera ucraina. Una scelta attesa e che ieri ha trovato anche l'appoggio di Francia, Germania e Italia
L’annuncio era atteso, ma adesso è ufficiale: la Commissione europea ha chiesto al Consiglio Ue di trovare un accordo per dare a Ucraina e Moldavia lo status di Paesi candidati all’ingresso nell’Unione europea. Ad annunciarlo è stata la presidente, Ursula von der Leyen, al termine della riunione del collegio alla quale si è presentata con giacca gialla e camicia blu, riprendendo i toni della bandiera ucraina. Una scelta attesa e che ieri ha trovato anche l’appoggio di Francia, Germania e Italia, i primi due tra i Paesi che avevano espresso più dubbi nelle scorse settimane, che hanno sciolto le riserve nel corso della visita di Macron, Draghi e Scholz in Ucraina. “Oggi abbiamo adottato la raccomandazione al consiglio di dare all’Ucraina una prospettiva europea e lo status di candidato all’ingresso nell’Unione – ha affermato la capa di Palazzo Berlaymont – Sulla Moldavia raccomandiamo che il Consiglio europeo le conceda una prospettiva europea e lo status di candidato”.
Von der Leyen, come specificato ieri anche dal presidente francese, ha comunque voluto puntualizzare che non si tratterà di un’adesione ‘al buio’, ma dovrà essere accompagnata da massicce riforme da parte di entrambi i governi che, al momento, non rispettano alcuni dei principali standard richiesti dall’Unione in materia, a diversi livelli, di lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, pluralismo dei media e riforme economiche. “Molto è stato fatto ma molto lavoro resta ancora da fare per l’ingresso dell’Ucraina in Europa – ha dichiarato la presidente – Ad esempio sullo stato di diritto, la giustizia, la lotta alla corruzione e la rimozione del potere degli oligarchi sull’economia”. Von der Leyen ha poi voluto ricordare che “la corruzione è una problematica di cui ci occupiamo da tempo. Il popolo ucraino ha eletto il proprio governo perché desiderava contrastare la corruzione, dei progressi sono stati registrati ma è importante analizzare la traiettoria. Nel 2019 c’è stato un calo ma c’è stato un nuovo progresso. Sullo stato di diritto l’Ucraina ha fatto passi avanti mettendo su le istituzioni necessarie per consentire alla magistratura di funzionare con efficacia. Ora si deve concentrare nell’accelerare sulla selezione dei giudici” della Corte Costituzionale.
E ha poi voluto ricordare anche quelli che ritiene dei considerevoli passi in avanti compiuti in campo economico dal governo di Kiev: “L’Ucraina ha chiaramente dimostrato l’aspirazione e l’impegno del Paese di essere all’altezza degli standard europei. L’Ucraina è una democrazia parlamentare molto solida che vanta un’amministrazione eccellente. L’Ucraina ha mostrato di avere un livello di deficit solido prima della guerra, ha già compiuto passi importanti per essere un’economia di mercato funzionale“. Ma mette in guardia l’esecutivo Zelensky: “Si può anche andare indietro nel processo d’ingresso nell’Ue se le riforme arretrano. Il processo è basato sul merito, abbiamo dettagliato cosa si deve fare”.
In questi mesi Bruxelles ha potuto sperimentare la forte volontà di Kiev di entrare a far parte della famiglia europea, tanto che, sostiene la presidente, il governo è riuscito a portare a termine riforme che gli consentono di rispettare già il 70% degli standard richiesti dall’Ue: “Zelensky ci ha detto che, anche senza il percorso europeo, le riforme” chieste da Bruxelles “sono ritenute comunque necessarie. Sull’Ucraina abbiamo un messaggio chiaro: si merita una prospettiva europea e deve ottenere lo status di candidato tenendo presente che c’è ancora da lavorare. Il popolo ucraino ha mostrato di essere pronto a morire per il sogno europeo”.
Lo stesso Zelensky ha commentato, esultando, la notizia che arriva dai palazzi delle istituzioni europee: “Oggi è una giornata davvero storica, l’Ucraina ha sentito contemporaneamente il sostegno di quattro potenti Stati europei. E in particolare il sostegno al nostro movimento verso l’Unione europea – ha scritto su Telegram – Tutti i leader capiscono perché i negoziati per porre fine alla guerra non sono in corso. Esclusivamente a causa della posizione della Russia che sta solo cercando di intimidire tutti in Europa e continuare la distruzione del nostro Stato. Non vogliono cercare una via per la pace. Continueremo a combattere fino a quando non garantiremo al nostro Stato la piena sicurezza e integrità territoriale“.
È arrivata immediata anche la risposta del Cremlino che con il suo portavoce, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che un’eventuale adesione richiederà “l’attenzione acuta della Russia, dato il rafforzamento dell’elemento di difesa dell’Unione europea”. La presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, ha invece affermato che “lo status di candidato per l’Ucraina manda un forte segnale politico. Contro l’autocrazia. Per la libertà. La decisione di oggi ci mette sulla buona strada affinché il Consiglio Ue conceda definitivamente all’Ucraina lo status di candidato all’Ue”.