Pagina 43: è a questo punto del verbale che stavano per cambiare le sorti delle elezioni in quel di Sciacca. È la pagina del verbale del seggio numero 4, in cui si vedono con chiarezza i numeri corretti, una correzione vistosa di 38 voti che aveva assegnato la vittoria al primo turno del candidato in pole position che così passava il ballottaggio, superando di pochissimo la soglia del 40 per cento.
L’errore e il ricorso – Era però solo un errore del presidente del seggio, che però, guarda caso, è il figlio del presidente del parco della Madonie, impegnato in questa elezioni con una lista a sostegno del candidato arrivato primo: circostanza che non ha mancato di infuocare il clima elettorale. È così che la città agrigentina, nota per la vivacità del suo carnevale, ha offerto uno dei risultati più incerti di queste elezioni. Tutto è cominciato lunedì sera, quando lo spoglio aveva dato per certo il ballottaggio. Improvvisamente, però, quando ormai il dato di 39.95 sembrava assodato, tutto cambia: il dato della sezione 4, già inserito nei conteggi, è stato modificato e il primo arrivato, Ignazio Messina, candidato di Italia del Valori (sic) risulta oltre la soglia della vittoria al primo turno. Eppure non era così quando il verbale era stato siglato dagli altri scrutatori. Così nella notte gli avvocati Calogero Marino e Girolamo Rubino, a nome del contendente, Fabio Termine (candidato di M5s e Pd), arrivato secondo, hanno fatto richiesta di accesso agli atti per direttissima.
I 38 voti nel verbale – Il giorno dopo il magistrato a capo dell’ufficio elettorale ha verificato i verbali, ascoltato le parti e corretto il risultato. Si va, infatti, al ballottaggio. A pagina 43 i numeri veri erano stati corretti: erano 20 per Matteo Mangiacavallo, arrivato terzo, e 18 per Fabio Termine (candidato di M5s e Pd), per errore, però, erano stati tutti e 38 contati a favore di Ignazio Messina, candidato di Italia dei Valori (sic). Un errore commesso proprio nella sezione in cui presidente era Amindore Ambrosetti, figlio di Alfredo, presidente del parco delle Madonie, da sempre impegnato in politica e in queste elezioni a favore del candidato arrivato a un passo dalla vittoria al primo turno.
“Solo un errore di interpretazione” – Uno sbaglio che addirittura stava per cambiare le sorti di tutta l’elezione. Sembrava infatti avere vinto al primo turno, perfino i siti ufficiali lo davano per certo. Ma il ricorso d’urgenza in piena notte ha riavvolto il nastro e cambiato il corso dell’elezione. Solo un errore, però, sottolinea in una nota, il presidente del seggio Amintore Ambrosetti: “La correzione apportata alla pag. 43, di cui tutti discutono, mi è stata richiesta dall’Ufficio elettorale, poiché sarebbe loro risultata una difformità con il fonogramma n. 4 comunicatogli in precedenza, nel quale, per errore di interpretazione, ho riportato nella voce di ogni candidato sindaco sia i voti delle liste a ciascuno di essi collegate, sia i voti “espressi solo in favore del sindaco” (per come evincibili dalla Tab. A riportata alla pag. 42 del verbale, affiancata alla pag. 43)”. Questa la spiegazione di Ambrosetti. Fatto sta che se non ci fosse stato il ricorso la vittoria al primo turno sarebbe stata sancita. È rimasto invece il tempo al candidato di Italia dei Valori per valutare gli apparentamenti per il secondo turno, tra questi, quello con Fratelli d’Italia che pare ormai certo.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Egregio direttore,
l’articolo dal titolo “Sciacca, eletto il nuovo sindaco al primo turno. Ma c’era una correzione errata in un verbale: si va al ballottaggio”, pubblicato il 17 giugno 2022 a firma di Manuela Modica sul Fatto quotidiano riporta circostanze che non corrispondono alla realtà.
Intanto lo scrivente, avv. Alfredo Ambrosetti, non riveste, né ha mai rivestito, il ruolo di Presidente del Parco delle Madonie; sono state svolte per due mesi, febbraio e marzo 2019, le funzioni di Direttore reggente del Parco medesimo, incarico lasciato il 1° aprile 2019 a seguito del proprio collocamento in pensione, e da quella data lo scrivente non rivetse alcun incarico pubblico.
Per il resto è chiarissima la circostanza che l’indicazione effettuata nel verbale alla pagina 43 era originariamente quella corretta come riportata alla pagina 42, che un fonogramma è un documento non ufficiale e che la correzione, peraltro effettuata lasciando piena lettura del dato sottostante, del verbale è stata richiesta al presidente della sezione 4 dall’Ufficio elettorale comunale, come dallo stesso presidente dichiarato senza che ad oggi sia intervenuta alcuna smentita.