Il governatore della Regione ha poi annunciato di aver istituito, insieme all'assessore all'Ambiente Mattero Marnati, "un tavolo di crisi permanente, che rimarrà convocato fino a che l’emergenza idrica non sarà superata". E ha precisato che l'emergenza riguarda tutto il territorio regionale, anche se in modo disomogeneo
“Al momento in Piemonte sono 170 i comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile, cioè finalizzato agli scopi alimentari, e di limitazione o divieto di usi impropri e 10, concentrati nel Novarese, quelli che hanno dovuto ricorrere all’interruzione notturna della fornitura”. Lo dice Alberto Cirio, presidente della Regione, che si unisce così alla lista di governatori (locali e regionali) preoccupati per le condizioni del territorio, senza acqua da mesi. “Al momento la situazione è sotto controllo per quanto riguarda gli usi civili dell’acqua potabile, ma abbiamo uno stato di emergenza molto grave per l’agricoltura”, ha sottolineato. In ogni caso, il Piemonte “registra una crisi idrica peggiore di quella del 2003, con il secondo maggio più caldo dal 2009 a oggi e il Po ha una portata d’acqua di -72% di quello che dovrebbe essere il dato di portata naturale. La criticità – spiega – riguarda l’acqua di sorgente, perché non c’è neve sulle montagne. Dove ci si approvvigiona da falda bassa non c’è la stessa emergenza”.
Cirio ha poi spiegato che “il Piemonte è tutto in emergenza, ma in modo disomogeneo. In provincia di Torino al momento sono 80 i comuni con ordinanze e solo in 3 è stato necessario intervenire con autobotti per rifornire di notte le cisterne”. “In provincia di Cuneo – prosegue – abbiamo 10 comuni con ordinanza, in 5 si è già intervenuti con autobotti. A Biella e Vercelli 9 comuni con ordinanze e 12 interventi con autobotte, ad Alessandria 30 comuni con ordinanza e un intervento con autobotte ad Asti la situazione meno critica perché preleva al 100% da faglia profonda”. La situazione più critica, aggiunge Cirio, è a Novara e Vco “con 40 ordinanze e 10 interruzione notturne di fornitura nel Novarese e mille interventi con autobotti”.
Intervistato da SkyTg24, il governatore ha sottolineato che “non avere l’acqua in agricoltura è una calamità naturale in un anno in cui i costi dei concimi sono triplicati, i costi della benzina agricola è più o meno uguale al costo della benzina tradizionale, quindi gli agricoltori piemontesi si trovano già in grande difficoltà, per questo non possiamo lasciarli da soli”. Ha perciò così commentato la richiesta di calamità naturale per l’agricoltura inviata a Roma, spiegando che “circa un centinaio di comuni si sono già attivati con ordinanze e razionano l’acqua soprattutto nel periodo notturno dando priorità di utilizzo”.
“Le previsioni della prossima settimana segnano perturbazioni e questo sarebbe una grande manna però non possiamo aspettare sperando dobbiamo intervenire – ha aggiunto – quindi il razionamento per l’intera estate può essere un’ipotesi, ma soprattutto è necessario il sostegno soprattutto a chi oggi rischia davvero di non portare a casa il risultato del proprio lavoro. Razionare l’acqua anche di giorno – ha concluso – non è un’ipotesi sul tavolo, al momento si stanno adottando in via precauzionale alcune misure per non arrivare allo stato di emergenza reale, quindi ad essere costretti a razionamenti durante il giorno, ma si tratta di ipotesi che vanno vagliate giorno dopo giorno”, ha detto ancora Cirio. Ha poi annunciato di aver istituito, insieme all’assessore all’Ambiente Mattero Marnati, “un tavolo di crisi permanente, che rimarrà convocato fino a che l’emergenza idrica non sarà superata”.