Un accordo rivendicato come un successo dal Wto, ma duramente contestato dalle associazioni - da Medici senza frontiere a Emergency a Oxfam - che parlano di una "operazione di facciata" e di un compromesso "inadeguato". Sotto accusa "i Paesi ricchi", tra cui anche l'Unione europea
Una “esenzione” parziale dei diritti di proprietà intellettuale per i vaccini anti-Covid, estesa per 5 anni. e valida solo per alcuni Paesi. E non la sospensione dei brevetti come richiesto venti mesi da da India e Sud Africa. E’ questo l’accordo raggiunto dai 164 paesi membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) nella due giorni di riunioni conclusasi a Ginevra. Un accordo salutato come un successo dal Wto, ma duramente contestato dalle associazioni – da Medici senza frontiere a Emergency a Oxfam – che parlano di una “operazione di facciata” e di un compromesso “inadeguato”.
In pratica, affermano Emergency e Oxfam, “non siamo di fronte alla sospensione delle regole sulla proprietà intellettuale per i vaccini anti-Covid, di cui il mondo ha un disperato bisogno, ma a un compromesso che in gran parte ribadisce i diritti già esistenti dei Paesi in via di sviluppo di derogare i brevetti in determinate circostanze”. L’accordo raggiunto inoltre, spiegano, “si applica solo ai vaccini e non alle terapie e alla diagnostica, strumenti chiave per la lotta al virus, e riguarda solo i brevetti e non altri diritti della proprietà intellettuale”. E ancora: “La condotta dei Paesi ricchi è stata vergognosa”, si legge nella nota. “L’Ue ha bocciato ogni tentativo di accordo che significasse una reale rinuncia alla proprietà intellettuale; Regno Unito e Svizzera hanno lavorato al peggioramento di qualsiasi testo; gli Stati Uniti hanno negoziato dietro le quinte per ridurre l’impatto e la portata dell’accordo. Venti mesi di battaglie di Sud Africa e India, supportate da 100 paesi membri dell’OMC, non sono serviti per assicurare ai Paesi in via di sviluppo il diritto di produrre e accedere a vaccini, test e cure. Gli ostacoli costantemente posti dai Paesi ricchi hanno portato a questo deludente e vergognoso risultato, che costituisce un pericoloso precedente anche per le prossime emergenze sanitarie. Ci auguriamo che i Paesi in via di sviluppo ora intraprendano ogni possibile azione per esercitare i loro diritti e superare le norme sulla proprietà intellettuale per salvare vite umane”.
Il testo della decisione contiene, precisa ancora Medici senza frontiere, “un’eccezione estremamente limitata sull’utilizzo della licenza obbligatoria contemplata solo ed esclusivamente per l’esportazione di vaccini Covid da parte di Paesi considerati eleggibili e per una durata di 5 anni”. E continuano: “La sospensione che avrebbe dovuto includere tutti gli strumenti medici necessari a contrastare il Covid-19 in tutti i paesi. Nemmeno durante una pandemia che ha causato la morte di oltre 15 milioni di persone si è riusciti a raggiungere questo risultato”.
Di fatto, rileva Vittorio Agnoletto, coordinatore della ‘Campagna Europea Right2cure No Profit on Pandemic‘, “il testo finale è tutto incentrato sulle licenze obbligatorie, ossia sulla possibilità già esistente, che un Paese in difficoltà economica e travolto dalla pandemia possa decidere di ricorrere alla produzione dei vaccini senza l’autorizzazione preventiva da parte dell’azienda detentrice dei brevetti, con la quale dovrà comunque concordare un rimborso economico. Il testo si limita a introdurre alcuni miglioramenti in tale meccanismo, che certo non può risolvere la necessità di assicurare a tutti i Paesi del Sud del Mondo i quantitativi necessari di vaccini e kit farmaceutici anti Covid”.
L’intesa di Ginevra scontenta anche l’Ifpma, per la quale la decisione del Wto è una “esenzione” dei diritti di proprietà intellettuale per i vaccini COVID-19 e “invia il messaggio sbagliato a coloro che svolgono ricerca, sviluppo e innovano”, indicando “erroneamente la proprietà intellettuale come un ostacolo alla risposta alla pandemia piuttosto che come un fattore che offre soluzioni sanitarie, in modo sicuro e rapido ai pazienti”. Anche per l’organizzazione dell’industria Ue, Business Europe, la soluzione adottata sui brevetti dei vaccini “non affronta le attuali sfide dell’accesso ai vaccini e rischia di minare gli sforzi per affrontare future pandemie”. In generale, però, per Business Europe il risultato della ministeriale “porta una nuova speranza al multilateralismo e alla capacità del Wto di produrre risultati concreti”.