Il battesimo ufficiale a settembre, quando è previsto a Milano il primo congresso, in tempo per presentarsi alle prossime elezioni politiche. Con il deputato renziano anche Piercamillo Falasca, Gennaro Migliore, Camillo D’Alessandro e la deputata del Partito Autonomista Trentino Tirolese, Emanuela Rossini. Ma il sindaco di Milano: "Non è il mio tempo per un impegno politico nazionale"
Si chiama ‘L’Italia c’è’ il nuovo soggetto politico del centro riformista, per ora solo un’associazione. Il battesimo ufficiale a settembre, quando è previsto a Milano il primo congresso, in tempo per presentarsi alle prossime elezioni politiche. Obiettivo diventare un partito di centro, anzi il centro, spiega il deputato di Italia Viva Gianfranco Librandi, imprenditore di Saronno e uno dei fondatori del nuovo progetto politico, secondo cui la scelta del capoluogo lombardo non è casuale. Qui infatti “alle comunali lo scorso anno si è presentata la lista Riformisti uniti. Lavoriamo per Milano – ricorda – che già riuniva diverse realtà da Italia Viva ad Azione a +Europa per sostenere Giuseppe Sala”. Che ora vorrebbero leader. Il sindaco di Milano, però, fino ad ora non ha dato la sua disponibilità.
Per ora l’associazione raduna attivisti e politici soprattutto di Italia Viva e di +Europa, come Piercamillo Falasca, ex vicesegretario di +Europa che Mara Carfagna aveva nominato consulente al ministero del Sud, e Gianfranco Librandi. Sarebbero della partita anche Gennaro Migliore, il deputato di Italia Viva Camillo D’Alessandro e la deputata del Partito Autonomista Trentino Tirolese, Emanuela Rossini. “Sala non è nell’associazione ma cederemmo la casa per avere lui come capo – spiega ancora Librandi – Sala non c’è anche se è l’ideale”. Sono i sondaggi citati dall’imprenditore lombardo a lanciare il sindaco di Milano come possibile leader del nuovo centro: “In questo momento dicono che è la persona più adeguata – prosegue – Nè Renzi né Calenda hanno l’appeal necessario”. E poi ha tirato in mezzo anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Stiamo costruendo un veliero. Speriamo che Di Maio e Sala si innamorino del nostro progetto, sono entrambi politici bravissimi. Il nostro veliero ha bisogno di nostromi famosi che sappiano indicare le rotte giuste. Tutti ci osservano”, prosegue il deputato di Iv. Aspirate ad essere il partito di Draghi? “Ci piacerebbe esserlo. Il nostro manifesto è simile alla sua agenda. La nostra associazione diventerà un partito”.
Secondo Falasca, che è il coordinatore del nuovo movimento, “non è l’associazione del sindaco di Milano: nasce come luogo di aggregazione di persone diverse interessate a difendere il percorso di riforme, innovazione e serietà intrapreso in questi anni dal governo Draghi – sottolinea – Siamo amici ed estimatori di Beppe Sala. Lo esortiamo a essere un protagonista della vita politica nazionale, ma non lo tiriamo per la giacchetta né ci appropriamo del suo nome”. Il sindaco Sala, del resto, non ha mai confermato ufficialmente il suo interesse per il progetto. Più volte interpellato sulla nascita del nuovo partito, ha smentito un suo coinvolgimento parlando di “ricostruzioni fantasiose” e spiegando che “non è il mio tempo per un impegno politico nazionale” dopo la recentissima conferma dell’ottobre scorso a sindaco. Eppure secondo il primo cittadino “uno spazio progressista esiste” come ha scritto sui social commentando le elezioni amministrative. “A me – ha però aggiunto – non piace l’idea di un posizionamento al centro, penso debba essere una formazione sociale, liberal-democratica, popolare, ambientalista” e che guarda “al centro-sinistra”.