Prendi un luogo degradato e dimenticato nel centro di una città, accanto al presidio della Asl, prendi un piccolo rudere che somiglia tanto alla casetta di UP il cartone, col quale sono cresciute almeno due generazioni, metti insieme un paio di professori e presidi con la P maiuscola, che fanno del loro lavoro una missione h24, la Legambiente presieduta da un giovane combattivo nato negli anni 90, un assessore all’Ambiente del comune che ha girato il mondo nei suoi luoghi più complicati e ottieni la rivoluzione in miniatura.

Si chiama Scuola Corsara ed è nel centro di Trani presso l’ex ospedaletto della Asl. Ha un baretto “bar Corsaro” appunto, in una casetta in mattoni salvata dalle ruspe imminenti. È un’oasi di resistenza nella quali i corsari ed i pirati sono ragazzi in difficoltà, soggetti sottratti alla dispersione scolastica, che oggi preparano pasti, cocktail, caffè e colazioni a tutti i fortunati che entrano in questo giardino della speranza circondato da palazzoni rivestiti da impalcature, gru mastodontiche, e nastri rossi da cantieri in corso. La scuola corsara resiste e rilancia, perché nella sua co-progettazione è l’unica cosa seria che interpreta al meglio lo spirito del Pnrr e che accresce quel senso di comunità che a volte ci sembra smarrito.

I professori Lorusso e Di Cugno, facciamoli i nomi di questi resistenti, ci fanno capire che la vera scuola è li, nel giardino dimenticato che oggi torna splendente come un caffè in un parco viennese ed è una attività micro imprenditoriale che una volta innescata cammina con le sue gambe senza bisogno di altro. I ragazzi si muovono come formiche trasportando cose e costruendo aggeggi. C’è il pesce mangiaplastica costruito con vecchie reti e che pesca i rifiuti nelle acque del porto, ci sono pannelli d’arredo costruiti con vecchie pedane ritrovate in discariche occasionali, insomma c’è lo spirito di chi vuol resistere e ricostruire un futuro nella sostenibilità assoluta. Una oasi di resistenza e di salvezza dove negli ultimi due anni siamo andati tutti a farci i tamponi e i vaccini ed oggi, invece, si salvano futuri altrimenti dimenticati e chiusi nei loro disagi.

Prendersi un caffè dai corsari ormai è un privilegio perché il tam tam viaggia e le iniziative si moltiplicano: ci sono i corsi di yoga, gli spritz alternativi, il cinema di comunità e quell’angolino immerso nel verde con orto sociale annesso ormai ricercato anche dai turisti, che sono tanti. Li dove arrivano i moderni corsari con le loro fragilità ma anche con il loro indomito coraggio la rivoluzione si mostra come luogo esistente e non più come non luogo come utopia.

Si rivoluzione non solo resilienza, perché questa casetta di mattoni vola, trascinata da palloncini colorati come in Up sui social, ovunque può e mostra che un’altra movida è possibile. Come esiste anche un altro modo di vivere l’intrattenimento al di fuori dell’invadenza del mercato e del consumismo. Rivoluzione perché se, in ogni luogo perduto, in ogni periferia in ogni dove, spuntano i corsari armati di buon senso non c’è spazio per approfittatori e speculatori. Il progetto è regionale e sembra di capire che una Puglia corsara è il punto di caduta di tutti questi partner comuni, Asl, Legambiente, così ci fa capire il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli. E allora auguriamoci che questa invasione di corsari contamini i luoghi e le comunità, c’è proprio tanto da fare!

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Da Roma a Venezia, le città italiane travolte dal sovraffollamento turistico. La campagna per regolamentarlo: “Serve una legge nazionale”

next
Articolo Successivo

Siccità, benzina, inflazione galoppante: possiamo davvero continuare così?

next