"Ero lì in moto con mia moglie, che si è arrabbiata per il mio intervento, visto che avrei potuto essere aggredito", ha raccontato l'ex centravanti alla Gazzetta dello Sport. L'uomo è stato arrestato dalle forze dell'ordine
Sangue freddo e approccio comprensivo. È stato il metodo adottato dall’ex calciatore Aldo Serena, giovedì 16 luglio, quando ha fermato un uomo, 27enne marocchino, che stava rompendo la vetrina di un bar a Montebelluna (Treviso) dove l’ex bomber è nato e abita. “Ero lì in moto con mia moglie, che si è arrabbiata per il mio intervento, visto che avrei potuto essere aggredito“, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport. D’altra parte, il gesto, che molti giudicherebbero avventato, è frutto di una filosofia di vita: “Non riesco a rimanere indifferente“.
Nel raccontare l’episodio, Serena ripercorre i singoli momenti. “Gli ho detto che lo conoscevo – spiega – e che ero certo che fosse una brava persona, l’ho invitato a fermarsi. Lui mi guardava e mi ascoltava. Il tempo passava, le forze dell’ordine erano in arrivo. Insomma, cercavo di guadagnare minuti”. “L’ho fatto per il titolare del bar – precisa – conosco la fatiche che fanno questi piccoli imprenditori, ciò che hanno passato con la pandemia. Non volevo che quel posto subisse troppi danni. E l’ho fatto perché da piccoli a noi hanno insegnato la partecipazione, l’aiuto reciproco”. L’uomo è stato arrestato dalle forze dell’ordine.