La partecipazione a “Ciao Darwin“, show di Canale 5 condotto da Paolo Bonolis, ha cambiato per sempre la vita di Gabriele Marchetti. Il concorrente romano, 56 anni, è rimasto paralizzato dopo l’incidente avvenuto nel corso della registrazione quando aveva preso parte al “Genodrome“, una prova del gioco che prevedeva il salto dai rulli. Una caduta in piscina lo ha reso tetraplegico: “Come sia accaduto non lo so sinceramente, però da quello che mi è stato detto sono andato giù dritto per dritto, tra i due rulli, e ho battuto la testa in piscina. Pensavo di morire affogato, ma i soccorritori mi hanno subito preso e portato fuori, poi ricordo l’ambulanza che mi portava via e poi più niente”, ha spiegato ai microfoni del sito Fanpage.
Episodio che stravolto la sua vita: “Non è facile raccontarlo, perché mi è cambiata la vita da un giorno all’altro. Doveva essere una serata diversa, divertente, e invece per un gioco è cambiato tutto. Non riesco a fare più niente autonomamente, non riesco a muovere mani, braccia e gambe. Prima giocavo a calcetto ogni settimana, facevo sport, giocavo a tennis, viaggiavo spesso. Adesso trascorro le mie giornate per passare le ore, non poso fare più niente, neanche bere un bicchiere d’acqua da solo”, ha aggiunto Marchetti.
Come spiegato dal suo legale Giovanni Ciano, e già filtrato nei giorni scorsi, dopo una serie di trattative l’uomo “è stato risarcito dai danni materiali e fisici in fase extragiudiziale che prescinde dal processo. Siamo in attesa dell’avvio del dibattimento, siamo ancora in una fase inziale”. Avevano fatto rumore le parole del concorrente nei confronti di Bonolis (“Non mi hai mai cercato per sapere come sto”), dichiarazioni poi in parte smentite: “Le dichiarazioni del signor Marchetti in merito sono state un po’ travisate. Lui ha riferito di non aver mai sentito Bonolis personalmente, ma che i contatti erano sempre stati con i membri della sua famiglia in fase iniziale. Ci teniamo a sottolineare che il signor Marchetti non ha alcun risentimento“, fa chiarezza a Fanpage l’altro legale che assiste Marchetti, Federica Magnanti.
Da una parte la volontà di lanciare un messaggio, dall’altra la speranza nella scienza: “Lui vorrebbe fare conoscere la sua storia affinché serva da monito agli addetti alla sicurezza, a chi deve fare rispettare le regole, a chi deve applicare le norme sulla sicurezza in queste situazioni. E anche perché possa essere tenuto in considerazione per cure sperimentali e interventi che possano migliorare la sua condizione”, ha concluso Magnanti.