Alessia Busani, una studentessa e attivista politica del partito paneuropeo Volt, e di Raffaele Di Filippo, fan della serie per adolescenti e curatore della pagina italiana Wikipedia di Grani di Pepe, hanno lanciato la segnalazione che è poi rimbalzata sui social costringendo la Rai a rispondere pubblicamente rispetto a quanto accaduto
“La Rai sta censurando una serie per ragazzi per via di un personaggio transgender?”. È bastata questa domanda per innescare una polemica clamorosa sulla serie tv tedesca Grani di Pepe, in cui un gruppo di ragazzi risolve casi criminali di tutti i tipi. Tutto bene, tutto tranquillo fino a quando Alessia Busani, una studentessa e attivista politica del partito paneuropeo Volt, e di Raffaele Di Filippo, fan della serie per adolescenti e curatore della pagina italiana Wikipedia di Grani di Pepe, hanno lanciato la segnalazione che è poi rimbalzata sui social costringendo la Rai a rispondere pubblicamente rispetto a quanto accaduto. Nella messa in onda della quattordicesima stagione mancava un episodio, il numero dodici, dal titolo Weil ich ein Mädchen bin (in italiano È perché sono una ragazza), in cui la protagonista è una ragazza transgender bullizzata e ricattata per via della sua identità di genere.
LA POLEMICA SU GRANI DI PEPE INVESTE LA RAI – Piccolo spoiler: dopo le polemiche di ieri, la puntata “incriminata” è da poche ore disponibile su RaiPlay e verrà trasmessa il 23 giugno anche su Rai Gulp. Il paradosso? Il titolo scelto non è la traduzione originale ma Un nuovo arrivo. Meglio tardi che mai, viene da dire. “Abbiamo personalmente segnalato alla Rai la mancanza della puntata dalla piattaforma Rai Play un totale di quattro volte, prima tramite il servizio “ScriveR@i” e poi tramite l’apposito form sul sito di RaiPlay. L’azienda ci ha anche risposto, ma è restata sul vago e ha citato come causa dell’assenza dell’episodio dei non meglio specificati problemi tecnici”, hanno fatto sapere Alessia Busani e Raffaele Di Filippo. Ma la puntata mancava anche dalla programmazione di Rai Gulp, con un salto a pie pari dall’episodio 11 al 13. “Il concreto sospetto è che il mancato caricamento dell’episodio sia il frutto di una precisa scelta aziendale, a nostro avviso assurda e inaccettabile nel 2022 e per di più nel bel mezzo del Pride Month”.
DI COSA PARLAVA LA PUNTATA “INCRIMINATA” – Ma di cosa parla la puntata “incriminata”? Nella classe di una delle protagoniste, Mia, arriva una nuova compagna, la timida Nicki, reduce dall’ennesimo trasferimento in una nuova scuola. “Ma qualcuno sembra sapere qualcosa di lei, un segreto che se rivelato potrebbe metterla in grande difficoltà: questa volta saranno le ragazze dei Grani di Pepe a dover scoprire le parole giuste per non farla sentire sola. Il loro comportamento farà sì che tutti i compagni si sentano coinvolti nel creare un clima sereno: mentre si cerca la propria strada, la cosa più importante è poter contare su dei veri amici”, si legge del riassunto pubblicato su RaiPlay. Nicki è una ragazza transgender, vittima di bullismo nella sua vecchia scuola e minacciata anche nella nuova, dove sarà vittima di ricatti a causa della sua identità sessuale: ma saranno proprio i nuovi compagni ad aiutarla. “La puntata in questione è molto istruttiva, tratta il tema della transessualità in modo davvero dolce ed empatico e si ripropone di insegnare una lezione estremamente importante quale la lotta alla discriminazione nei confronti delle persone transgender”, osservano Busani e Di Filippo. Tanto rumore per nulla verrebbe da dire: non solo nei contenuti non c’è nulla di provocatorio o di scandaloso, ma proprio grazie a questa puntata la serie Grani di Pepe aveva ottenuto una candidatura agli Emmy Kids Awards, nel 2019.
LA REPLICA DELLA RAI – La Rai intanto ha provato a smontare il caso parlando di una semplice coincidenza e spiegando che trattandosi di una “puntata particolare” andava “tradotta in un certo modo e richiedeva maggiore attenzione“. E mentre il capo della direzione Kids Luca Milano non ha rilasciato commenti, ci ha messo la faccia Elena Capparelli, la direttrice di RaiPlay, che a TvBlog ha spiegato: “L’attenzione della programmazione originale di RaiPlay su questi temi non abbiamo bisogno di dichiararla. Basta guardare le nostre serie, da Tu non sai chi sono io a Scialla Italia. Il nostro è un racconto assolutamente inclusivo”. Poi ha respinto al mittente le accuse di censura: “Anzi c’è un’attenzione assoluta a non negare delle parti della vita. In questo caso l’episodio ci è stato consegnato solo in queste ore e appena lo abbiamo avuto a disposizione lo abbiamo pubblicato”. E ha concluso: “Mi dispiace che questa coincidenza possa essere letta come una notizia, ma non lo è. Mi dispiace che venga letta in maniera polemica, perché magari ieri non ci è stato consegnato un episodio di un’altra serie, ma nessuno l’ha notato”.