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Paola Turci contro Simone Pillon: “Poco cristiano e molto fascista”. La replica del senatore: “Non ci adeguiamo ai diktat Lgbt”

Qualche giorno fa, cinque giocatori di Tampa Bay, squadra di baseball in America, si sono rifiutati di indossare il logo Lgbtq+ in occasione del pride, facendo appello alla loro fede cristiana: Pillon ha espresso sui social il suo apprezzamento per il gesto e dà lì si è innescata la discussione con Turci

di F. Q.

Botta e risposta tra Paola Turci e Simone Pillon. Nelle ultime ore, la cantautrice e il senatore della Lega hanno dato il via all’ennesimo dibattito social. Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa, cinque giocatori di Tampa Bay, squadra di baseball in America, si sono rifiutati di indossare il logo Lgbtq+ in occasione del pride, facendo appello alla loro fede cristiana: Pillon ha espresso sui social il suo apprezzamento per il gesto e dà lì si è innescata la discussione con Turci. “Onore ai giocatori di baseball di Tampa. L’ideologia lgbt è radicalmente contro la fede, come dimostrano le sfilate blasfeme di questi giorni. Opporsi all’agenda gay è un gesto di fede”, ha scritto il senatore su Twitter.

Non si è fatta attendere la risposta pungente e diretta di Paola Turci: “Quanto è poco cristiano (e molto fascista) tutto questo, manifesto compreso”. La controversia è poi proseguita su note sempre più aspre: “Paola Turci mi definisce poco cristiano e molto fascista per aver sostenuto i giocatori di Tampa che si sono rifiutati di indossare i colori gay del Pride – ha risposto Pillon, noto per le sue posizioni a favore della famiglia ‘tradizionale’ –. Ormai siamo all’assurdo, per cui non basta sopportare passivamente le sguaiatezze Lgbt: è obbligatorio aderire ai Pride, pena la scomunica riservata ai fascisti. Cara Paola, canta che ti passa – ha incalzato –. Ti auguro di guarire presto dal Covid, e anche dalle ideologie che ti porti nel cuore. Io, come i giocatori di Tampa, e come la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, voglio restare libero dalle coccarde arcobaleno”.

E ancora: “A proposito: fascista è chi vuole imporre agli altri i propri dogmi. Io non pretendo che venga alle processioni, ma tu non puoi pretendere che noi ci adeguiamo ai diktat Lgbt”, ha concluso Pillon. Un’argomentazione lunga e articolata, a cui la cantautrice non ha più risposto. Il dibattito su Twitter, però, è infuocato. I sostenitori di Pillon e della Turci continuano a dialogare animatamente portando argomentazioni diametralmente opposte. E non potrebbe essere altrimenti.

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