Da una prima ricognizione sulla distribuzione territoriale risulta che la quota di risorse assegnata alle Regioni del Sud dai due dicasteri assegnati al Carroccio è poco sopra il 25%. Per quanto riguarda lo Sviluppo, che gestisce ben 25 miliardi, a pesare sono gli investimenti di Transizione 4.0 per le quali non è stata fissata alcuna riserva in favore del Mezzogiorno. Il Turismo ha in mano solo 2,4 miliardi e 500 milioni andranno a Roma Capitale
Il ministero del Turismo e quello dello Sviluppo economico, guidati dai leghisti Massimo Garavaglia e Giancarlo Giorgetti, destinano al Sud molto meno del 40% delle risorse del Pnrr che gestiscono. A rilevarlo è Openpolis, che prende spunto dalla prima relazione istruttoria sul rispetto del vincolo di destinazione alle regioni del Mezzogiorno preparata dal dipartimento per la coesione territoriale. La fondazione ricorda come la riserva del 40%, introdotta per cercare di ridurre i divari tra territori, sia ancora più rilevante per gli enti che gestiscono una parte considerevole delle risorse complessive. Come il Mise, che con oltre 25 miliardi di euro tra Recovery plan in senso stretto e fondo complementare (11,3% delle risorse complessive) “è la terza organizzazione a gestire più fondi”.
Analizzando come i ministeri o dipartimenti stanno distribuendo i fondi a livello territoriale e aggregandoli in base al partito di appartenenza del ministro, Openpolis trova che quelli guidati da ministri di Forza Italia stanno destinando al sud ben il 66% delle risorse. Al secondo posto i ministri tecnici, o indipendenti, con il 43%. Poi Movimento 5 stelle e Liberi e uguali che raggiungono esattamente la soglia del 40%. Sotto il 40% invece i ministri del Partito democratico, che tuttavia vi si avvicinano abbastanza al target con il 37,6%. All’ultimo posto la Lega, con il 25%.
Per quanto riguarda il Mise, il 97% delle risorse gestite è sulla carta “territorializzabile” (24,2 miliardi). Solo il 24,8% risulta destinata al mezzogiorno. I crediti di imposta che vanno sotto la voce Transizione 4.0, a cui fanno capo quasi tre quarti di quelle risorse, non prevedono infatti alcun vincolo. “Presenta elevata problematicità dal punto di vista del rispetto del vincolo”, si legge nella relazione. “Non essendo stata prevista ex ante alcuna riserva territoriale, la distribuzione finale delle risorse risulterà determinata dalla dinamica “spontanea” dell’origine territoriale delle richieste giudicate ammissibili. Alla luce della distribuzione fra macro-aree delle imprese attive e dei relativi investimenti attesi nel periodo, in assenza di interventi correttivi, è da ritenersi che le risorse PNRR che alimentano il dispositivo non risulteranno ripartite in coerenza con il vincolo territoriale del 40% al Mezzogiorno”: la quota si fermerebbe al 20% a meno che non siano adottate “procedure e criteri che favoriscano la partecipazione di imprese e iniziative localizzate nelle regioni meridionali, nonché idonee misure di salvaguardia delle risorse rientranti nella “quota Mezzogiorno” nei casi in cui, in prima istanza, l’adesione dei beneficiari del Mezzogiorno non si rivelasse sufficiente ai fini del pieno utilizzo”.
Non solo: tra le altre misure le due già attivate prevedono il vincolo del 40% ma non specificano come intendono applicarlo e per quelle ancora da attivare il ministero si è impegnato a rispettare l’obiettivo ma si tratta anche in questo caso di procedure a bando su base nazionale. Per i Partenariati Horizon Europe il dicastero ha comunicato l’intenzione di prevedere una clausola di salvaguardia per tutelare l’assegnazione totale delle risorse messe a bando anche se non dovessero arrivare sufficienti domande dal mezzogiorno.
Anche per quanto riguarda il ministero del turismo, che gestisce solo 2,4 miliardi quasi tutte le risorse (95%) hanno una destinazione territoriale, escluse solo quelle per la misura Hub del Turismo Digitale. La quota di risorse che il ministero indirizzerà al mezzogiorno si ferma al 28,6%. Una delle ragioni è legata alla misura Caput Mundi, destinata a Roma capitale, a cui sono destinati 500 milioni di euro. Per un’ulteriore misura da 150 milioni di euro, la partecipazione del ministero al Fondo nazionale turismo di Cassa depositi e prestiti, non è prevista alcuna clausola relativa alla destinazione territoriale. Il ministero ha fatto sapere che non era possibile inserirla per ragioni tecniche, ma la politica di investimento del Fondo assegna priorità alle aree con alto potenziale turistico ancora poco sviluppate come varie zone del mezzogiorno. Le risorse rimanenti (1,6 miliardi di euro) prevedono il vincolo del 40%. Ma senza meccanismi ad hoc per garantirne il rispetto il rischio è che rimanga solo sulla carta.