A fine giugno si conteranno novant’anni dalla nascita dei quattro anelli intrecciati del marchio Audi. Novant’anni, quindi, della fusione dei marchi Horch, DKW, Wanderer e Audi, che avrebbe dato vita al secondo gruppo automobilistico tedesco, Auto Union, prima, e radici ad Audi AG, dopo.
Un intreccio figlio della grande depressione degli anni Trenta e della volontà di salvare Wanderer, Horch e Audi che, in questo modo, sarebbero state trainate da un marchio con una salute finanziaria meno minata e precaria quale era quella di DKW. Con questa unione ciascun “anello”, però, avrebbe consolidato la propria presenza in uno specifico settore di mercato: ad Audi andò, quindi, il mercato delle auto di lusso ma di media cilindrata, Horch mantenne quello delle auto di lusso di fascia alta, DWK rimase nel segmento dei motocicli e delle utilitarie, mentre a Wanderer andò il segmento di media cilindrata.
Poi ancora difficoltà durante la seconda guerra mondiale, e, infine, il 1969 e il gruppo Volkswagen. È in questa fase che si inserisce la storia del marchio NSU, quello che (per volere di Wolfsburg) diede nome e vita alla nuova Audi NSU Auto Union AG, e che oggi la casa di Ingolstadt celebra con una mostra all’interno del museo mobile di Audi.
Dall’iniziale produzione di macchine per maglieria passando per quella di biciclette e motociclette, e solo dopo anche di automobili, dal ’69 la NSU Motorenwerke vide unire la propria gamma di modelli con quella di Audi, per poi scomparire definitivamente dalla “nuova” Auto Union a partire dal 1985.
Con “Il quinto anello”, in occasione del 90esimo anniversario della nascita della “prima” Auto Union del 1932, la casa di Ingolstadt ripercorre in una mostra la storia del marchio di fatto più antico – la NSU fu fondata nel 1873 – che ha preceduto la nascita della attuale Audi AG. Questa sarà visitabile fino al 24 settembre all’interno del museo mobile di Audi oppure, in forma virtuale, attraverso l’app Audi Tradition.