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Caso Paul Haggis, il festival di Ostuni va avanti ma senza di lui: “Rimossa qualsiasi partecipazione, solidali con la donna”

Il 69enne regista e sceneggiatore di origine canadese è ora in stato di fermo in una struttura alberghiera di Ostuni assieme a figlie e nipoti, ed è accusato formalmente di un reato gravissimo: violenza sessuale aggravata

L’ultimo in ordine di tempo a parlare dell’arresto di Paul Haggis per violenza sessuale a Ostuni è stato Jeremy Irons. Sceso dall’auto blu, indossando cappello di paglia e occhialoni da sole, modello anglosassoni in vacanza in Italia – qui pugliesi dopo decenni di idillio toscano – l’interprete de Gli Inseparabili ha affermato di essere “dispiaciuto per la vicenda” e “che tutto venga chiarito al più presto”. Già perché l’Allora Fest diretto da Silvia Bizio non ha nemmeno aperto i battenti per la sua prima edizione che è già stato travolto da un ciclone di dimensioni epocali. Nonostante le buone stelle nel cielo dell’Apulia Film Comission che dal nulla hanno fatto sbucare 350mila euro di finanziamento annui (il rinomato BiFest ad esempio ne prende 950mila, ndr), finanziamenti pubblici che – come segnalato dal Quotidiano di Puglia – hanno fatto andare su tutte le furie altri organizzatori di storici festival della regione come il regista Pisanelli ideatore del Cinema del Reale, all’Allora Fest si è corsi subito ai ripari. Il caso Haggis è un caso “privato” che nulla c’entra con il festival.

La prima giornata tra l’altro, di sei in programma, vedeva già i big Edward Norton, Marisa Tomei e appunto Irons entrare in scena per la proiezione di Motherless Brooklyn di Norton (peraltro film uscito dovunque nell’autunno del 2019, ndr). “Il festival va avanti – ha dichiarato in conferenza stampa il vicedirettore dell’Allora Fest, Giovanni Di Blasio – Abbiamo massima fiducia nella magistratura. È una vicenda privata che riguarda un uomo e non l’organizzazione”. E ancora l’organizzazione del festival “ha immediatamente provveduto a rimuovere qualsiasi partecipazione del regista dall’evento” e “allo stesso tempo, ha espresso piena solidarietà alla donna coinvolta”. Insomma vade retro Haggis. Anche se, va detto, che nemmeno una settimana fa, il quotidiano Repubblica titolava a chiare lettere che Haggis “chiama a Ostuni” Tomei&Co. Nell’articolo veniva specificato che il premio Oscar per Crash, autore dello script dello splendido Million dollar baby e di un paio di recenti 007, “farà da padrone di casa e intervisterà negli incontri con il pubblico i colleghi attori e registi”. Insomma, come togliere Amadeus al Festival di Sanremo. The show, si sa, must go on. Infatti in questo momento, per come vengono esposti i fatti dagli inquirenti e delle testate locali, Haggis sarebbe finito in guai serissimi. Hanno poco da stare sereni i suoi avvocati Michele LaForgia e Priya Chaudhry nell’affermare: “Siamo fiduciosi che tutte le accuse contro il signor Haggis saranno respinte”.

Il 69enne regista e sceneggiatore di origine canadese è ora in stato di fermo in una struttura alberghiera di Ostuni assieme a figlie e nipoti, ed è accusato formalmente di un reato gravissimo: violenza sessuale aggravata. Secondo la parziale ricostruzione degli inquirenti, che si basa sulla testimonianza della presunta vittima, una 30enne inglese, Haggis aveva invitato a Ostuni la ragazza incontrata alcune settimane fa per questioni di lavoro. Ma una volta giunta nella struttura alberghiera dove risiedeva Haggis, la donna sarebbe stata da lui aggredita e violentata, poi dopo due giorni sempre da Haggis portata all’aeroporto di Brindisi in stato confusionale e lasciata lì dal regista alle prime luci dell’alba di venerdì 17 giugno nonostante “le sue precarie condizioni fisiche e psicologiche”. La presunta vittima di stupro in aeroporto è stata vista in “stato confusionale” dal personale aeroportuale e dalla polizia. La donna avrebbe così spiegato l’accaduto e subito sarebbe stata soccorsa facendo scattare il “codice rosa” per le vittime di violenza. Il risultato dei test medici sulla ragazza non sono ancora stati resi pubblici. Come scrive il Corriere: “Il regista è pronto a respingere tutte le accuse contestate” ed “è intenzionato a rispondere alle domande del gip in sede di interrogatorio di garanzia che dovrebbe essere fissato entro giovedì”. Sempre secondo il Corriere, però, nella camera dove sarebbe avvenuto lo stupro “la ragazza ha lasciato un biglietto d’amore. Per dimostrare l’innocenza di Haggis la difesa sta ricostruendo attimo per attimo quelle tre giornate anche raccogliendo i messaggi che i due si sarebbero scambiati”.

Haggis era già stato accusato nel 2018 di stupro dalla sua addetta stampa Haleigh Breest che nel formulare l’accusa aveva ricordato un altro episodio simile nel 2013. Quella causa fece emergere altre tre donne che si fecero avanti nel ricordare la violenza sessuale subita nel passato da Haggis. Il regista negò con forza le testimonianze di tutte le donne che lo avevano accusato sottolineando che i rapporti sessuali intercorsi erano stati ampiamente consenzienti. Nelle ultime ore, in attesa formalmente dell’incidente probatorio e dell’interrogatorio di garanzia per Haggis, un paio di enti locali si sono sfilati dall’Allora Fest a causa dello scandalo. Come riporta Brindisi Report, i sindaci di Brindisi e Mesagne hanno cancellato l’ospitalità di alcuni eventi collaterali del festival che si sarebbero dovuti svolgere nelle città da loro amministrate. Uno di questi era una masterclass dell’attrice Marisa Tomei.