L’aumento della circolazione del Covid con la nuova variante Omicron ha segnato una battuta d’arresto nella riduzione dei ricoveri negli ospedali italiani. Per questa ragione, dopo il progressivo rallentamento delle precedenti settimane, l’ultima rilevazione presenta una situazione di sostanziale stabilità: la curva dei ricoveri, infatti, è piatta e le variazioni settimanali dei pazienti Covid, sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive sono minime. È quanto emerge dalla rilevazione settimanale – dal 14 al 21 giugno – negli ospedali sentinella e nei reparti di pediatria aderenti alla rete della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso).
Il 100% dei vaccinati in terapia intensiva ha altre patologie – Nel periodo analizzato si assiste, così, a una diminuzione di soli 2 ricoverati. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, se al Sud la curva continua a scendere (-8,8%), al Nord si registra un lievissimo rialzo (+2,1%), mentre al Centro è stata invertita la direzione con un aumento del 10,8%. Tra i ricoverati in terapia intensiva per Covid ovvero con sindromi respiratorie e polmonari il 37% risulta non vaccinato; tra i vaccinati, invece, quasi tutti ormai da oltre 4 mesi, il 100% è affetto da comorbidità, cioè ha altre patologie.
Raddoppiano i ricoveri pediatrici – Aumento abbastanza netto, invece, nei ricoveri per le classi di età pediatriche: pur restando limitati, sono più che raddoppiati. I pazienti, si legge nel report Fiaso – sono per lo più bambini molto piccoli (neonati tra 0 e 6 mesi che in una settimana sono quasi triplicati da 5 a 14 pazienti) “nei cui confronti atteggiamenti di prudenza possono facilitare il ricorso al ricovero. Un aumento della circolazione del virus può determinare questo fenomeno, senza che sia sotteso un aumento della gravità delle sindromi“. Per la prima volta da cinque settimane si registra un ricovero in terapia intensiva per Covid. Si tratta di un maschio della classe 5-11 senza comorbidità. Sono segnalati inoltre due ricoveri Con Covid in intensiva, uno sotto i sei mesi di età e l’altro della classe 12-18 non vaccinato.
“Dieci milioni senza terza dose” – Battuta d’arresto nella riduzione dei ricoveri che bisogna “attentamente monitorare e che potrà portare nelle prossime settimane a un lieve rialzo, come è già avvenuto in qualche regione”, sottolinea il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore. “Al momento comunque i numeri – aggiunge – restano bassi e non destano preoccupazione. Va sottolineato, tuttavia, che ci sono ancora 10 milioni di italiani che non hanno fatto la terza dose vaccinale”. Secondo i dati presentati da Migliore, infatti, gli italiani che sono sottoposti a ciclo vaccinale primario sono circa 52 milioni mentre alla dose addizionale hanno aderito solo 42 milioni. Dati ancora più bassi per la quarta dose destinata agli anziani e ai più fragili: solo il 27% della platea di coloro ai quali è consigliata si è sottoposto a vaccinazione. “Il virus colpisce proprio i più deboli sprovvisti di un’ampia copertura vaccinale e, a riprova di questo, ci sono i dati che arrivano dalle nostre rianimazioni: la quasi totalità dei pazienti in terapia intensiva è costituita da soggetti affetti da altre patologie che avrebbero dovuto ricevere la quarta dose booster”, conclude Migliore.