Il giorno dopo il terremoto scatenato dalla scissione, l'ex premier ostenta tranquillità e incontra i vertici nella sede del Movimento: c'è anche il presidente della Camera Fico. La risposta alle accuse di scarso atlantismo del ministro: "Sulla politica estera nessuna lezione". Intanto a Montecitorio si costituisce il gruppo "Insieme per il futuro: i deputati sono 51, altre due fuoriuscite a Bruxelles. Al Senato invece serve un simbolo: l'ipotesi del soccorso di Tabacci (che però nega)
Il giorno dopo il terremoto scatenato dalla fuoriuscita di Luigi Di Maio dal M5s, Giuseppe Conte assicura che almeno per ora non cambierà nulla: né il suo ruolo di leader, né il sostegno dei gruppi pentastellati al governo Draghi. “Se ho mai pensato di lasciare la guida del Movimento? E per quale motivo?”, ribatte ai cronisti che lo aspettano fuori dalla sede di via di Campo Marzio, dove ha incontrato i vertici: Paola Taverna, Stefano Patuanelli, Carlo Sibilia, Mariolina Castellone, Nunzia Catalfo e soprattutto il presidente della Camera Roberto Fico. E aggiunge: “Il sostegno a Draghi non è in discussione“.
“Sulla politica estera nessuna lezione” – Il presidente 5 stelle risponde anche al suo ormai ex rivale interno, che annunciando lo strappo lo ha accusato di scarso “atlantismo” in politica estera: “Noi abbiamo già chiarito e non abbiamo da chiarire tutti i giorni quello che da noi non è mai stato messo in discussione, come la collocazione euroatlantica ed europea. Su questo, io che sono stato anche presidente del Consiglio, non posso accettare alcuna lezione”. Stamattina, uscendo dalla propria abitazione per recarsi al vertice, Conte era stato altrettanto netto con la stampa: “La fine del Movimento? Perché, i nostri principi non sono più validi? I nostri obiettivi non sono più validi? Ma che dite?” (video). Nel frattempo il garante del Movimento Beppe Grillo, che era atteso in giornata a Roma, ha deciso di posticipare il suo arrivo alla settimana prossima: la decisione è stata presa nella serata di ieri, dopo una telefonata con l’ex premier.
Nasce il gruppo di Di Maio alla Camera – Intanto, meno di 24 ore dopo l’annuncio, il gruppo “Insieme per il futuro” è diventato realtà. In apertura della seduta di mercoledì alla Camera – che aveva all’ordine del giorno le comunicazioni di Mario Draghi – Fico ha comunicato la costituzione del nuovo soggetto, formato dai parlamentari di area dimaiana. Ad aderirvi sono 51 deputati, tutti provenienti dal gruppo M5s tranne uno, Antonio Lombardo, che era stato eletto coi grillini ma poi si era trasferito in Coraggio Italia. Sono iniziate le manovre anche in Senato, dove si ipotizza che i dimaiani potrebbero usare il simbolo di Centro democratico “in prestito” per i gruppi. “Non ne so nulla”, ha smentito però il titolare, Bruno Tabacci. “Ho letto questa cosa ma nessuno mi ha chiesto niente”. Le fuoriuscite potrebbero non essere terminate. E intanto si guarda a cosa succederà sui territori: in queste ore infatti, tutto il gruppo consiliare del M5s di Pomigliano d’Arco, città originaria di Di Maio, ha fatto sapere di aver aderito a “Insieme per il futuro”.
L’endorsement da Kiev – E lo scisma guadagna a Di Maio anche l’endorsement del consigliere ucraino di Zelensky, Mikhailo Podolyak: “Ogni politico sceglie come entrare nei libri di storia mondiale. Un atto forte di Luigi Di Maio, un leader che comprende le sfide del tempo per l’Europa. La politica italiana è una questione di competenza solo dell’Italia. Ma siamo grati a tutti coloro che hanno scelto la parte del bene“, scrive (in italiano) su Twitter. Nella conferenza stampa in cui ha annunciato l’addio, infatti, il capo della Farnesina ha usato come “casus belli” il dissenso dalla linea di Conte in politica estera, considerata troppo poco atlantista. Poco dopo ha parlato anche il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba: “Sono grato a Luigi Di Maio per la sua integrità”, ha detto. “L’Italia ha scelto la parte giusta della storia: sostenere l’Ucraina è l’unico modo per avvicinare la pace in Europa. Negare il sostegno dell’Ucraina incoraggerebbe la Russia a continuare la guerra e ad espanderla oltre i confini dell’Ucraina”.
Due fuoriuscite all’Eurocamera – Considerando anche gli 11 senatori che dovrebbero aderire, i componenti totali del nuovo gruppo sono 62: di questi, affermano fonti dimaiane, una quarantina sono al primo mandato e soltanto venti al secondo (che in base alle attuali regole del M5s sarebbe stato il loro ultimo). Al Parlamento europeo, invece, hanno lasciato in due su sette: a “Insieme per il futuro” hanno aderito le eurodeputate Chiara Gemma e Daniela Rondinelli. Nonostante l’avvenuta costituzione, però, alla Camera non c’è ancora un capogruppo: il tema è stato oggetto di una riunione notturna nella quale non si è trovato ancora un accordo. Domani 23 giugno Di Maio riunirà la prima assemblea congiunta dei parlamentari, in cui si parlerà dei capigruppo ma anche del simbolo. Oggi invece sarà una giornata dedicata all’organizzazione: “Bisogna strutturarsi, ci sono una serie di passaggi interni da fare per i direttivi, gli uffici…”, dice Sergio Battelli, presidente della commissione Affari europei della Camera, uno dei transfughi. “Ci sono ancora tanti colleghi in sofferenza nel M5s”, aggiunge. Interpellato su un possibile rimpasto di governo, nega: “Mi pare che Draghi lo abbia escluso“.
I nuovi rapporti di forza a Montecitorio – Dando atto della formazione del gruppo, Fico ha annunciato anche la scansione aggiornata dei tempi di intervento in Aula, che discende dalla nuova composizione dell’emiciclo. La scissione infatti toglie al Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte il primato di gruppo più numeroso: la prima forza è la Lega con 132 deputati. Seguono i 5 Stelle con 105, il Pd con 97, Forza Italia con 83, il Misto con 67. Il gruppo dei dimaiani diventa il sesto per consistenza numerica.
L’impatto sulle casse del Movimento – La scissione di Luigi Di Maio fa male, tanto male alle casse del gruppo M5s alla Camera. Al punto che la tesoriera Francesca Galizia non esclude tagli a stretto giro: “Sicuramente”, dice la deputata all’Adnkronos, “faremo delle valutazioni sui contratti in scadenza, principalmente le consulenze esterne, dobbiamo rivederle e rivalutarle anche nell’ottica di un efficientamento degli uffici. Un conto era avere tanti deputati che andavano seguiti e un conto averne molti meno”. Il ‘salasso’ dovrebbe superare i 2 milioni di euro per i mesi che mancano da qui alla fine della legislatura. Ma i contratti dei dipendenti sono salvi, per adesso. “Per il momento non toccheremo i contratti dei dipendenti. Immagino che qualche dipendente sia stato contattato per andare a lavorare nel nuovo gruppo, qualche perdita la avremo anche lì. Per ora non abbiamo questa necessità. Solo consulenze e contratti di collaborazione: quelli li rivedremo nell’immediato”, dice Galizia, che non nasconde la sua amarezza per la scissione: “Più che un danno economico è un danno al Movimento, abbiamo perso delle risorse, sono andate via tante persone di alto valore che stimavo”.
Tutti i componenti del gruppo alla Camera – Ecco i nomi dei 51 componenti di “Insieme per il futuro” alla Camera: oltre a Di Maio, Cosimo Adelizzi, Roberta Alaimo, Alessandro Amitrano, Giovanni Aresta, Sergio Battelli, Luciano Cadeddu, Vittoria Casa, Andrea Caso, Gianpaolo Cassese, Laura Castelli, Luciano Cillis, Federica Daga, Paola Deiana, Daniele Del Grosso, Margherita Del Sesto, Giuseppe D’Ippolito, Gianfranco Di Sarno, Iolanda Di Stasio, Manlio Di Stefano, Francesco D’Uva, Mattia Fantinati, Marialuisa Faro, Luca Frusone, Chiara Gagnarli, Filippo Gallinella, Andrea Giarrizzo, Conny Giordano, Marta Grande, Nicola Grimaldi, Marianna Iorio, Luigi Iovino, Giuseppe L’Abbate, Caterina Licatini, Antonio Lombardo, Anna Macina, Pasquale Maglione, Alberto Manca, Generoso Maraia, Vita Martinciglio, Dalila Nesci, Maria Pallini, Gianluca Rizzo, Carla Ruocco, Emanuele Scagliusi, Davide Serritella, Vincenzo Spadafora, Patrizia Terzoni, Gianluca Vacca e Stefano Vignaroli.