“Io e Sala con Di Maio? Ci sono dialoghi in corso con colleghi sindaci, ma è tutto prematuro”. Così Federico Pizzarotti, primo cittadino uscente di Parma, ex Movimento 5 Stelle e fondatore del movimento dei sindaci “Italia in Comune“, risponde così all’AdnKronos in merito alle ricostruzioni di alcuni quotidiani che lo vorrebbero tra gli interlocutori di Luigi Di Maio, insieme a Beppe Sala e Dario Nardella, per un futuro progetto politico di centro. Stamattina Repubblica parla di un lancio in programma a settembre e inserisce tra i protagonisti anche i nomi di Gianfranco Librandi (l’imprenditore maxi-finanziatore di Sala), Bruno Tabacci e Luigi Brugnaro, oltre all’ala “moderata” della Lega capeggiata da Giancarlo Giorgetti. Nella conferenza stampa in cui ha annunciato la scissione, peraltro, Di Maio ha citato “gli amministratori locali” e “le esigenze territoriali” come ispirazioni della propria iniziativa, parole che hanno già fatto pensare al progetto di un nuovo partito dei sindaci.
“Davvero, al momento non c’è nulla. C’è un grande movimento in tutta quell’area ma è tutto prematuro. Io domenica finisco il mandato e sono impegnato a far vincere Michele Guerra (il candidato sindaco di centrosinistra a Parma, ndr). Dopodichè vedremo”, dice Pizzarotti. Ma ammette: “La voglia di buttarsi in qualche nuovo progetto, non solo politico, c’è. Non escludo nulla”. Ma Di Maio lo ha sentito? “No, non l’ho sentito. Mi fa piacere comunque che abbia citato i sindaci. Un tempo sul mio ruolo da sindaco ebbe altre parole. Di Maio ha maturato un’esperienza di governo ed è arrivato a posizioni in contrapposizione con il passato. Mi ricordo la raccolta di firme no euro, il pressing su di noi per raccogliere firme… fa piacere vedere che le cose cambiano. Certe cose io le dissi sei anni, evidentemente non erano eresie”, rivendica.
Al progetto arriva anche l’endorsement del governatore campano Vincenzo De Luca (Pd): “Se Di Maio è un interlocutore? Per le dichiarazioni che ha fatto, credo proprio di sì“, ha commentato stamattina. “Se ci sono componenti politiche che vivono un processo di maturazione che escono dall’infantilismo, dalla demagogia, in qualche caso da posizioni di vera e propria stupidità, io credo che questo sia un bene per il Paese. Io rimango convinto della necessità di avviare un programma costituente per una grande unica forza politica riformatrice nel nostro Paese. Questo dovrebbe essere l’obiettivo. Ho scritto qualcosa in queste settimane tentando di offrire una piattaforma programmatica che potrebbe essere la base per la discussione per un processo costituente”. Anche il leader di Coraggio Italia, il presidente della Liguria Giovanni Toti, su Radio 24 risponde “certamente sì” alla domanda se Di Maio possa essere un interlocutore al centro: “Va a ingrossare quelle fila che da anni cerco di mettere insieme per dare un pò di equilibrio alla politica italiana”, dice.