In un’ora e 55 minuti la quinta sezione del Consiglio di Stato ha emesso un decreto cautelare che ha accolto la domanda dell'avvocato della partecipata della funicolare del monte Baldo, bloccando la consegna delle carte che spiegano perché Sboarina ha ricevuto 97mila euro in quattro anni dalla società. “L'azienda ha fondato timore che tale richiesta di accesso sia finalizzata a strumentalizzare la relativa documentazione per un distorto fine elettorale", recita il ricorso
Una causa civile di primo grado in Tribunale dura dai tre ai sei anni, un ricorso amministrativo al Tar in media due anni e tre mesi, l’appello in Consiglio di Stato due anni. Ebbene, in un’ora e 55 minuti la quinta sezione del Consiglio di Stato ha ricevuto un ricorso cautelare con Pec certificata, lo ha protocollato e ha emesso il decreto. Un record. Tanta solerzia è stata dedicata alla decisione di bloccare la consegna dei documenti che spiegano perché parcelle per 97mila euro sono state pagate al sindaco uscente di Verona, Federico Sboarina, nell’arco di quattro anni, dalla società Trasporti Funicolari Malcesine Monte Baldo, una partecipata della provincia presieduta per un certo periodo da un ex assessore dello stesso Sboarina. Come anticipato da ilfattoquotidiano.it, lo studio del professor Enrico Lubrano di Roma aveva tentato di fermare l’iter della decisione assunta dal Tar del Veneto a maggio, che dava trenta giorni di tempo alle funivie per mettere le carte a disposizione del consigliere provinciale Zeno Falzi, che fa riferimento al gruppo di Tosi.
L’avvocato Lubrano aveva addotto una giustificazione legata al secondo turno delle elezioni comunali, previsto per il 26 giugno: “L’azienda ha fondato timore che tale richiesta di accesso sia finalizzata a strumentalizzare la relativa documentazione per un distorto fine elettorale. L’azienda ritiene opportuno – al fine di tutelare l’interesse alla propria immagine e il proprio prestigio – posticipare l’accesso agli atti a un momento successivo alla competizione elettorale”. Così ha scritto il 20 giugno agli avvocati Fausto Scappini e Luca Tirapelle, che assistono Falzi. Questi ultimi hanno replicato che la sentenza del Tar ha ordinato l’accesso agli atti entro il 22 giugno e che i documenti (già rifiutati due volte) non c’entrano nulla con le elezioni comunali di Verona. Così alle 9:07 del 22 giugno, dallo studio Lubrano è partita una Pec contenente una “Istanza cautelare ordinaria e di decreto presidenziale” al Consiglio di Stato, con la richiesta di emettere entro la stessa giornata un decreto “di sospensione della sentenza impugnata”, che consenta di arrivare alla futura camera di consiglio o almeno al 27 giugno, “data successiva all’avvenuto svolgimento del ballottaggio per l’elezione del Sindaco di Verona al quale è candidato il sig. Sboarina”.
Gli avvocati Scappini e Tirapelle, che hanno ricevuto la stessa comunicazione, non sono neppure riusciti a scrivere l’atto di costituzione in giudizio con cui si dichiaravano “sbalorditi per la temerarietà della domanda: la società Funivie cerca nuovamente di impedire la consegna dei documenti…”. Prima ancora che la memoria fosse inviata a Roma, dal Consiglio di Stato è arrivato il decreto del presidente Diego Sabatino: “Per la delicatezza della fattispecie in esame e la tipologia delle questioni sottoposte, appare prioritaria la considerazione delle ragioni di periculum vantate, che spingono per l’accoglimento dell’istanza cautelare monocratica”. La Pec risulta spedita alle 11:01 del 22 giugno, nemmeno due ore dopo la richiesta dello studio Lubrano. I documenti continuano pertanto, almeno per ora, a restare segreti.
Nel frattempo si accende la polemica sul mancato apparentamento di Sboarina (Fratelli d’Italia e Lega) con Flavio Tosi (Forza Italia e liste civiche), per riunire il centrodestra contro Damiano Tommasi che è in testa con il 40 per cento al primo turno. Il governatore Luca Zaia si è rivolto a Tosi: “È una persona intelligente, non posso immaginare una corsa e una vittoria di una parte del centrodestra e l’altra parte che resta all’opposizione”. Replica di Tosi: “Ritengo Zaia una persona intelligente. Come sa bene, il suo candidato Federico Sboarina ha ripetutamente rifiutato l’apparentamento (unico strumento previsto dalla legge elettorale) con Forza Italia e con le nostre liste civiche, proponendo invece accordi non ufficiali, i quali politicamente non danno dignità né serietà alla cooperazione e assomigliano molto a un mercanteggiamento sottobanco. Come hanno ribadito sia Matteo Salvini che Guido Crosetto (tra i tanti), Sboarina ha sbagliato, perché così allontana l’unità del centro destra e favorisce l’astensionismo. Proprio perché Sboarina ha continuamente e risolutamente rifiutato di avere a suo sostegno i nostri simboli sulla scheda del ballottaggio, la vittoria o la sconfitta saranno totalmente ascrivibili alla sua scelta”.