La legislatura non è ancora finita, il record dei voltagabbana resta a a portata di mano. Le agenzie battono e ribattono l’ultimo, clamoroso, innescato dalla scissione dal Movimento Cinque stelle di Luigi di Maio, che da sola si porta via una sessantina di parlamentari destinati al nascente gruppo “Insieme per il futuro”. Ultimi di un folto esercito di transfughi che al momento, contando i cambi, si ferma a quota 332, ma salirà a 394 una volta che il gruppo dei dimaiani sarà ufficialmente insediato nei due rami della Camere. Operazione che, con quasi 100 onorevoli transfughi già fuoriusciti, porta sul podio della specialità proprio il movimento che invocava il vincolo di mandato: da inizio legislatura ne totalizza infatti ben 160. La coerenza in politica non è necessariamente un valore. In ogni caso, contabilmente parlando, siamo ancora lontani dalla precedente legislatura che, dati Openpolis alla mano, si era chiusa con ben 569 cambi di casacca (contro i 394 contando il gruppo Di Maio). Se invece contiamo i movimenti “per teste” il record sembra più vicino: i parlamentari coinvolti nell’ultima legislatura sono stati 348, in questa sarebbero 219 più 62, dunque 281, ma lo scioglimento delle camere, se non anticipato da una crisi che nessuno vuol davvero, è previsto a marzo del 2023, ci sono dunque otto mesi ancora per infrangere il primato. Sembran pochi? Non lo sono affatto, e siamo pur sempre di fronte a un meccanismo patologico che nessuno finora è riuscito a impedire.

Nella scorsa legislatura furono 569 i cambi e 348 i parlamentari: vuol dire che in media ogni mese 9,1 eletti si alzano dal proprio scranno per sedersi in un altro, 5,8 ogni mese trovano poi un nuova collocazione. La corsa dunque può ancora riservare sorprese, sempre che il ritmo non si fiacca e la legislatura dimostra la sua atletica resistenza: contando con le dita ci sono ancora 81 cambi possibili, 46,6 andando per teste, che aggiunti ai 281 portano il potenziale a 327. Al primato ne mancherebbero solo 21, un piccolo sforzo ancora e la legislatura che ha visto cambiare ben tre governi in quattro anni potrebbe alzare la “coppa dei voltagabbana“, non la maglia, che poi tocca decidere quale, in un contesto in cui non si fa in tempo a indossarne una che tocca mettere l’altra.

Openpolis certifica quel che si sa (indica invece per errore “332 cambi al mese”), ovvero che i gruppi parlamentari più investiti dal prêt-à-porter sono stati il M5S (-36 al netto dei dimaiani che porterebbero la cifra a 98), a seguire Forza Italia (-36) e Pd (-29). Tocca vedere chi ci guadagna. Fratelli D’Italia e Lega escono rafforzati dai cambi di gruppo, diversamente dal Misto sono isole sicure dove atterrare, con buone possibilità che si ripresentino alle elezioni e dunque di reindossare la maglia da parlamentare anche al prossimo giro (non a caso il Misto ha il record degli abbandoni). Fratelli d’Italia (+9) e Lega (+7) come gruppi già presenti all’inizio delle elezioni, tra i neonati Italia Viva (+45), Coraggio Italia (+20), Costituzione, ambiente, lavoro (+13). La scissione del Movimento potrebbe innescare altri movimenti e portare acqua al mulino del record dei record. Mancano otto mesi, è ancora possibile.

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