In questo periodi di forte siccità e contingentamento delle risorse idriche, si sta iniziando a parlare anche di razionare l’acqua di bagni e docce. E così si è aperto il dibattito sulle regole di igiene, in buona parte sacrosante ma che possono portare a una visione estrema della pulizia personale. Tanto è vero circolano idee e credenze, anche vere e proprie bufale, su come lavarsi e sulle regole ideali. Da quante docce si dovrebbero fare al giorno o se è meglio lavarsi i capelli non più di una volta a settimana.
Ma andiamo con ordine. Parlare di igiene del corpo significa parlare di pelle. Siamo infatti di fronte all’organo più grande del nostro corpo che svolge una serie di funzioni importanti. “Ci protegge dal caldo e dal freddo e da interventi meccanici; presiede alla produzione della vitamina D e della melanina. La salute della pelle condiziona il benessere di tutto il nostro organismo”, ci ricorda la dermatologa Pucci Romano, presidente di SKINECO, Associazione internazionale di dermatologia ecologica, e autrice – insieme a Nicola Sorrentino – del libro fresco di stampa Beautyfood. La dieta della bellezza (Edizioni Sperling & Kupfler).
Dottoressa, ci aiuti a capire meglio questo organo.
“Sulla parte superficiale della pelle è presente un film idrolipidico, una miscela di acqua e grassi che le industrie cosmetiche tentano di mimare senza riuscirci efficacemente. Il migliore, di fatto, lo produciamo noi da soli. Questo film condiziona il ph della pelle che è acido, e tale deve mantenersi. Insieme al film lipidico c’è il microbiota, un insieme di germi, batteri, funghi e acari che vivono con noi sulla pelle e che contribuiscono alla sua salute”.
Un microbiota simile a quello intestinale?
Diverso per tipologia di germi, ma in stretto dialogo con esso: il benessere dell’uno condiziona quello dell’altro. E viceversa”.
Quando ci laviamo, quindi, che cosa accade?
“Sconvolgiamo questo equilibrio. In pratica, distruggiamo una quota di germi e batteri, alteriamo il pH, ovvero l’acidità, e azzeriamo quel prezioso film idrolipidico che avrà bisogno di un tempo (alcune ore) per riformasi”.
Sembrerebbe che lavarsi ci faccia male…
“Dipende certamente da come lo facciamo e dai detergenti che utilizziamo”.
Per esempio?
“I prodotti per l’igiene devono pulire per affinità e non per aggressione, mantenendo l’equilibrio tra ph, film lipidico e microbiota. Soprattutto, devono essere eco-dermo-compatibili. In pratica, significa che quando leggiamo le etichette dobbiamo orientarci verso prodotti che abbiano nella loro formulazione tensioattivi di origine vegetale. Non fanno molta schiuma e questo garantisce la detersione per affinità. E oltre a non danneggiare la nostra salute, devono essere biodegradabili per difendere l’ambiente. Teniamo conto anche che un’acqua non molto dura sciacqua meglio un detergente”.
Salvaguardare l’equilibrio biochimico della nostra pelle è un rinforzo per le nostre difese immunitarie?
“Certamente. Malattie della pelle come psoriasi, dermatite atopica, dermatite seborroica, ma anche acne, sono più favorite dal non rispetto dell’equilibrio che dicevamo prima”.
Il rischio è che ci laviamo troppo e male?
“Credo che tutti i lavaggi a cui ci sottoponiamo, potrebbero addirittura indebolirci, perché ostacolano l’azione dei germi buoni presenti nella nostra pelle. Per esempio, dov’è la necessità di sottoporre un neonato a un bagnetto quotidiano, se vive in un ambiente pulito, visto che in quel periodo presenta una pelle secca e le ghiandole sebacee si svilupperanno solo con la pubertà? I frequenti lavaggi lo possono disidratare ulteriormente. Detto questo, il periodo pandemico eccezionale che stiamo vivendo non ci deve rendere scettici sulle pratiche di igienizzazione cui dobbiamo sottoporci. Le dobbiamo osservare, almeno fino a quando questo virus sarà debellato. Magari una buona soluzione è ripristinare l’equilibrio della pelle, così fortemente traumatizzata da pulizie eccessive e drastiche, la sera prima di andare a letto, con una buona crema idratante”.
Ogni età e fasi della vita presentano quindi differenti esigenze di pulizia?
“Sì, gli anziani ritornano ad avere una pelle disidratata, le donne durante il periodo del ciclo hanno più specifiche esigenze igieniche. I ragazzi durante la pubertà hanno un intenso odore corporeo dovuto alla produzione di sebo e sudore sotto l’influsso ormonale. Sicuramente l’adolescenza necessita di una detersione che controlli anche l’impurità e l’eccesso di sebo, scegliendo detergenti con azione mirata, ma sempre nel rispetto dell’equilibrio biochimico cutaneo. In ogni caso, tendiamo a esagerare gli effetti di una contaminazione batterica da poca igiene”.
Ci faccia capire meglio.
“La contaminazione batterica frutto di lunghi periodi di mancanza di igiene procura meno problemi di quanto crediamo. Pensiamo ai clochard che hanno grosse carenze di pulizia, non è che muoiono o si ammalano di sporcizia. E se guardiamo ai Paesi meno sviluppati industrialmente, dove c’è meno cultura del lavaggio quotidiano, non ci sono problemi di questo tipo. Esistono di fatto questioni culturali legate alla necessità di presentarci profumati e senza emanare cattivo odore che sono diverse a seconda del Paese di appartenenza o periodo storico”.
In sintesi, quante docce dovremmo fare alla settimana per evitare ogni tipo di eccesso?
“Durante l’inverno, due o tre docce, lavando quotidianamente ascelle e parti genitali, è la routine corretta. Di estate, aumentando la sudorazione, possono diventare più frequenti. Non dimentichiamo però che farsi una doccia o un bagno, applicarsi uno scrub, è anche un momento per coccolarci e coinvolge la nostra parte emozionale”.
E i capelli, è meglio lavarli spesso o più di rado?
“In realtà si possono lavare tutti i giorni perché trattengono il particolato atmosferico, i detriti dell’inquinamento urbano, scegliendo sempre uno shampo ecodermocompatibile. È una diceria che lavarli troppo si stressano. La differenza la fa il prodotto che utilizziamo”.
Intervista di Ennio Battista – Vita&Salute per Il Fatto Quotidiano
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