Dopo il successo del primo blocco, arrivano le nuove puntate del podcast prodotto dal Fatto Quotidiano: raccontano tutti gli interrogativi ancora irrisolti della strage del 19 luglio 1992. Quattro nuovi episodi del podcast saranno disponibili dall'1 luglio sul ilfattoquotidiano.it, su Spotify, Apple podcast e Amazon music
Cinquantasette giorni dopo la strage di Capaci, a Palermo torna la guerra. Un’altra bomba, un altro magistrato assassinato. Dopo Giovanni Falcone, nell’inferno di via d’Amelio ammazzano Paolo Borsellino. Ma che senso per Cosa nostra fare un altro attentato eclatante, subito dopo Capaci, provocando la reazione dello Stato? Perché Totò Riina ordinò di accelerare una strage che, anche secondo alcuni suoi fedelissimi, poteva rivelarsi un boomerang per i clan? Sconosciuto è rimasto pure il movente: cosa aveva scoperto di così dirompente Borsellino per giustificare la sua immediata eliminazione? Ed è per nascondere quello che il magistrato aveva scoperto se in via d’Amelio, subito dopo l’esplosione, una mano ancora ignota ha fatto sparire l’agenda rossa, cioè il diario che il giudice aveva cominciato a utilizzare subito dopo l’omicidio di Falcone? Sono tutte domande senza risposta: trent’anni dopo la morte del giudice Borsellino è un caso ancora aperto. È ai misteri della strage di via d’Amelio che sono dedicate le nuove puntate di Mattanza, il podcast sulle stragi del ’92 prodotto dal Fatto Quotidiano. Da questo momento è disponibile un lungo trailer che ripercorre il contenuto di quattro nuovi episodi del podcast: saranno disponibili dall’1 luglio su ilfattoquotidiano.it, su Spotify, Apple podcast e Amazon music.
Anche le nuove puntate del podcast contengono interviste esclusive e testimonianze inedite di investigatori e testimoni, sopravvissuti e killer. Il quinto episodio racconta che cosa ha fatto Paolo Borsellino durante i 57 giorni che separano la strage di Capaci da quella di via d’Amelio: su cosa stava indagando? Chi ha incontrato? E che cosa ha scoperto? La sesta puntata, invece, ripercorre tutte le fasi di quello che i giudici definiscono il più grande depistaggio della storia italiana. Si tratta delle prime indagini sulla strage di via d’Amelio che furono depistate con le dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino. Bisognerà aspettare fino al 2008, con la collaborazione di Gaspare Spatuzza, per riscrivere la fase operativa della strage. Eppure, anche dopo il pentimento dell’ex killer dei fratelli Graviano, sono rimasti diversi buchi neri sull’organizzazione dell’eliminazione Borsellino.
A cominciare dai movimenti che si registrano in via d’Amelio subito dopo l’esplosione dell’autobomba. Nelle puntate 7 e 8 (saranno online dall’8 luglio) si ricostruiscono i vari giri compiuti dalla valigetta di Borsellino che custodiva l’agenda rossa: che fine ha fatto il diario su cui il magistrato annotava tutti gli sviluppi top secret delle sue indagini? Il podcast ricostruisce poi i vari moventi ipotizzati dalla magistratura come causa della strage: perché Borsellino non doveva parlare neanche da morto? Che cosa avrebbe potuto dire? L’ottavo episodio racconta invece l’intervista rilasciata dal magistrato a due giornalisti francesi il 21 maggio del ’92 e rimasta segreta per molti anni. Sempre l’ultima puntata ripercorre le inchieste (tutte archiviate) su ipotetici e mai individuati mandanti esterni a Cosa nostra.
Mattanza è un podcast in otto puntate composto da due blocchi: le prime quattro raccontano la figura di Giovanni Falcone e i misteri legati alla strage di Capaci. Sono state pubblicate tra il 6 e il 20 maggio e in poco più di un mese hanno raggiunto 107.525 ascolti su tutte le piattaforme, quasi 7mila follower su Spotify e Apple podcast e più di 400 valutazioni, tutte con 5 stelle. Durante la messa in onda delle puntate Mattanza è stato sempre incluso nella top ten (su duecento titoli) delle classifiche specializzate dei podcast più popolari. Prodotto dal Fatto Quotidiano, Mattanza è un podcast di Giuseppe Pipitone, scritto con Marco Colombo, col coordinamento editoriale di Alessandro Madron, la post produzione audio di Simone Lanza (Glos), la produzione esecutiva di Fabrizio Giardina Papa.