Niente regole stringenti, ognuno ha il diritto di portare delle armi anche fuori dalla propria abitazione. La Corte Suprema americana boccia, come incostituzionali, le restrizioni al porto di armi a New York, schierandosi di fatto a sostegno del Secondo Emendamento. Con questa decisione, presa con sei voti a favore e tre contrari, la Corte consacra di fatto il diritto al porto di armi. Il presidente Joe Biden si dice “profondamente deluso” dalla decisione della Corte e – come si legge in una nota della Casa Bianca – chiede agli stati americani di “far sentire la loro voce” sulle pistole e sui fucili e “continuare ad attuare norme di buon senso” per la sicurezza dei loro cittadini di fronte alla violenza con armi da fuoco.
Brindano i produttori di armi – La norma di New York bocciata prevedeva la necessità di avere una licenza per portare un’arma in pubblico, limitando il diritto di portare un’arma non a vista fuori dalla propria abitazione, se non per ragioni comprovate di sicurezza personale. Le restrizioni erano in vigore da oltre un secolo. I saggi hanno stabilito che la “giusta causa”, prevista nella Grande mela, per le armi viola la costituzione perché il “Secondo Emendamento protegge i diritti degli individui di portare un’arma con sé fuori casa per autodifesa“. La National Rifle Association, la potente lobby Usa delle armi, dichiara “vittoria” dopo la sentenza: “La Corte Suprema ha affermato che il diritto di portare armi non si ferma alla porta di casa”, scrive la Nra sul proprio account Twitter. La reazione immediata alla decisione della Corte suprema è stata la reazione della borsa: ad esempio, il titolo Smith & Wesson (azienda statunitense di armi da fuoco) vola oltre il 7%.
“Viola la Costituzione” – “Dal momento che lo stato di New York concede autorizzazioni a portare le armi in pubblico solo a chi dimostra di aver una speciale esigenza di autodifesa, concludiamo che questo regime viola la Costituzione”, si legge nella sentenza scritta da Clarence Thomas ed appoggiata dagli altri cinque giudici di orientamento conservatore. Si tratta della prima importante sentenza della Corte a difesa del secondo emendamento, quello considerato a difesa del diritto di possedere armi, in oltre un decennio. E questa sentenza potrà avere un effetto anche in altri Stati che hanno adottato leggi simili a quello di New York per l’autorizzazione a circolare armati. La decisione arriva in un momento in cui è acceso il dibattito sulle armi negli Stati Uniti, dopo la recente strage nella scuola elementare in Texas, e per la prima volta in 30 anni si è trovato al Congresso un accordo bipartisan per approvare un pacchetto di misure per un maggiore controllo sulle vendite di armi.
“Decisione oltraggiosa” – Dura replica della governatrice di New York, Kathy Hochul: “E’ oltraggioso che in un momento di riflessione nazionale sulla violenza da armi da fuoco, la Corte Suprema abbia incautamente cancellato la legge di New York che pone limiti a coloro che possono portare armi”, ha scritto la governatrice su Twitter. In risposta alla decisione della Corte, annuncia la governatrice, “stiamo attentamente valutando le nostre opzioni, compresa una sessione speciale dell’assemblea legislativa“. Hochul assicura che “continuerò a fare tutto quanto è in mio potere per tenere i cittadini di New York al sicuro dalla violenza da armi“. La decisione della Corte Suprema espone i newyorkesi a “ulteriori rischi di violenza con armi da fuoco” e apre la strada a un’ondata di violenza, ha detto il sindaco di New York, Eric Adams.
Il rischio di effetto domino – Una decisione che, oltre a facilitare la circolazione di pistole e fucili nella metropoli, potrebbe generare un effetto domino che potrebbe coinvolgere altri 12 Stati del Paese, tra cui California, New Jersey, Maryland, Hawaii e Massachusetts. A inizio giugno, sul tema era intervenuto anche il sindaco di New York perché nella sua città i casi di violenza con l’uso di armi da fuoco sono schizzati negli ultimi anni. Dal 2019 al 2021 sono passati da 777 a 1.562, il doppio in un solo biennio, con le cifre che hanno toccato i livelli più alti dal 2006.