Politica

Caro Direttore, per me il caso Di Maio non è uno dei soliti cambi di casacca ma un salto di specie

di Paola Cattaneo

Caro Direttore,

ai cambi di casacca in Italia siamo decisamente abituati, anzi, ci sorprendiamo nei casi in cui questo non accade e qualche politico può addirittura vantarsi della propria “coerenza” come di una rarità (sic!). Quanto successo di recente nel “caso” Luigi Di Maio non rientra, a mio parere, negli abituali cambi di casacca ma in qualcosa di nuovo e, soprattutto, di più grave. Il MoVimento 5 Stelle non è propriamente un partito politico, ma è, prima di tutto, un movimento che ha riunito persone delle più diverse estrazioni politiche (e sociali) attorno ad alcuni temi, da quelli più vicini ai diversi territori fino a visioni e speranze di cambiamenti innovativi per l’Italia intera.

Non ideologie quindi, piuttosto un modo di essere, o di promuovere una “cultura” diversa (nel senso antropologico di “civiltà”) quando non semplicemente l’immaginare una speranza per il futuro. Le liturgie stesse del MoVimento indicano un modo diverso di intendere il rapporto con i cittadini, più diretto e partecipativo grazie alle nuove tecnologie democratiche del mondo del web. Comunque si voti e comunque la si pensi, quel 33% di votanti nel 2018 ha creduto in questo cambiamento che doveva essere una “rivoluzione” per l’Italia, in molti argomenti finalmente vicina all’unica rivoluzione moderna che ci appartiene, ovvero la nostra Costituzione, purtroppo spesso colpevolmente ignorata o negata. Le tragicomiche dichiarazioni rese da Di Maio in occasione dell’abbandono del M5S dovevano portare, a mio avviso, alla sua uscita di scena non solo dal MoVimento ma dai ruoli istituzionali tout court, avendo lui rinnegato ogni aspetto “culturale”, prima che politico, del MoVimento che lo ha eletto, aspetti che ha “incarnato” per ben due legislature, approdando fino ai ministeri.

Non si tratta, come leggo oggi su molti quotidiani, di un nuovo Mastella, o Alfano o simili, ma di qualcosa di molto peggio: è un salto di specie, in questo caso all’indietro. Un retrovirus Covid, qualcosa che la scienza più che la politica magari un giorno decifrerà, ma che oggi a mio parere ha portato un danno non solo al M5S, ma all’Italia tutta, ancora una volta trascinata all’indietro mentre tanta parte del mondo è già da tempo nel futuro.