“No”. Ha risposto in una sillaba il premier Mario Draghi, in conferenza stampa a Bruxelles dopo il Consiglio europeo, a chi gli ha chiesto se reputasse necessario un rimpasto della squadra di governo dopo la scissione del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dal Movimento 5 Stelle. E non importa che uno dei membri più importanti del suo governo, insieme a cinque sottosegretari, abbia fondato un nuovo partito, né che l’azionista di maggioranza della coalizione non sia più il M5S ma la Lega. “Pensa che il suo mandato sia più forte o più debole?”, incalzano i cronisti. Lui, serafico: “Mi sento con lo stesso mandato“.
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