Diritti

Ius Scholae, il sondaggio: il 62% degli intervistati non sa cosa sia. Ma se lo conoscono in 6 su 10 si dicono a favore

Lo dice una ricerca commissionata da ActionAid. Il consenso oltrepassa le appartenenze partitiche e riguarda anche il centrodestra, la stessa parte politica che aveva frenato la legge con una pioggia di emendamenti. Sommando chi è 'abbastanza d'accordo' con chi si dichiara 'molto d'accordo' si ottengono queste cifre: il 48% degli elettori della Lega si dice a favore, il 35% tra chi è elettore di Fratelli d'Italia e il 58% degli intervistati di Forza Italia

In tutto 877.000 studenti minorenni senza cittadinanza frequentano la scuola italiana: uno su dieci. Gli intervistati che lo sanno rappresentano una netta minoranza: solo l’11% indica una cifra approssimativa corretta. Il 24 giugno sarà discussa alla Camera la legge sullo Ius Scholae, che punta a estendere questo status ad alcune condizioni: il 62% degli italiani non sa in cosa consiste. Sono i dati che emergono dal sondaggio realizzato da Quorum/Youtrend per ActionAid. Interrogati su quale sia la difficoltà più grande per queste persone, gli intervistati non hanno dubbi: per il 64,9% è l’impossibilità di sentirsi riconosciuti in un Paese in cui vivono fin da bambini e il timore di non potervi restare per difficoltà lavorative dei genitori.

La conoscenza – Secondo la ricerca, una volta conosciuti i dettagli della riforma, circa 6 italiani su 10 sono a favore della attuale proposta Ius Scholae: in totale il 37,6% degli intervistati è colpito positivamente. Il consenso oltrepassa le appartenenze partitiche e riguarda anche il centrodestra, la stessa parte politica che aveva frenato la legge con una pioggia di emendamenti. Sommando chi è ‘abbastanza d’accordo’ con chi si dichiara ‘molto d’accordo’ si ottengono queste cifre: il 48% degli elettori della Lega si dice a favore, il 35% tra chi è elettore di Fratelli d’Italia e il 58% degli intervistati di Forza Italia. ActionAid nota come la conoscenza del fenomeno nei suoi aspetti concreti porti a “polarizzare le posizioni all’interno dell’elettorato di centrodestra”: su chi vota Lega c’è un 25% che si dichiara più favorevole alla riforma e un 17% meno propenso, tra gli elettori di Fratelli d’Italia il 20% si dice più a favore e il 28% esprime maggiore scetticismo, in Forza Italia si rafforzano del 34% le opinioni di chi è a favore e solo il 15% si dichiara meno favorevole.

Lo Ius Scholae – Il testo unificato prevede che la cittadinanza italiana possa essere ottenuta su richiesta da un minore che rientri in questi casi: se è di nazionalità straniera ma è nato in Italia, se ha fatto ingresso in Italia entro il compimento del 12esimo anno di età, se ha risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e ha frequentato regolarmente, sul territorio nazionale, per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici in istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale.

Gli emendamenti in commissione – Elaborato Giuseppe Brescia (M5S), il testo è stato già frenato da molti emendamenti: in tutto 728 presentati in commissione Affari Costituzionali. Di questi 484 sono stati depositati dalla Lega. Alcuni sono evidenti segni di ostruzionismo: per esempio si ipotizzava di negare la cittadinanza ai minori stranieri che abbiano “commesso atti di bullismo“, “riportato condanne penali” o “commesso atti violenti in orario scolastico“. Invece 167 da Fratelli d’Italia, 15 da Pd, 11 da Italia Viva, 10 da Forza Italia, 9 dal MoVimento 5 Stelle, 5 rispettivamente da Leu e Coraggio Italia, 11 da Azione-+Europa, 9 da Europa Verde, 2 da Alternativa.

“La legge sulla cittadinanza può essere cambiata” – “Nonostante il testo dello Ius Scholae non tocchi molti aspetti cruciali che producono discriminazioni per l’accesso alla cittadinanza, l’approvazione della Riforma sarebbe un segnale importante, capace di produrre effetti positivi. Per molti minori la qualità della vita potrebbe migliorare significativamente. Inoltre, sarebbe la prima modifica strutturale della legge n. 91 del 1992. A trent’anni di distanza questa sarebbe la dimostrazione che la legge sulla cittadinanza può essere cambiata, perché l’Italia è cambiata: è arrivato il momento di una stagione politica nella quale la legge sulla cittadinanza può essere riscritta nel suo complesso per ampliare il riconoscimento dei diritti. Dal sondaggio infatti emerge che il 63% degli italiani sarebbe a favore anche di un riconoscimento immediato della cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri” spiega Francesco Ferri, migration advisor ActionAid Italia.