In luogo del classico foglietto sotto il tergicristallo gli automobilisti nelle grandi città sempre più spesso trovano un codice, che non contiene nemmeno i dati principali della vettura e della violazione, tramite cui possono accedere alla notifica. Per i più tecnologici è funzionale, ma per gli altri diventa una complicazione
Verbale addio. All’articolo 201, quello relativo alla notifica, il Codice della Strada prevede che gli agenti o gli ausiliaria del traffico possano informare gli automobilisti dell’infrazione anche in assenza del trasgressore. Nel più classico dei casi, quello del divieto di sosta (art.158), capita sempre più spesso soprattutto nelle grandi città in Italia (ad esempio Milano, Roma e Firenze) ma anche all’estero (nella vicina Germania, tanto per capirci), che sotto il tergicristallo compaia solo un tagliando con un QR Code che non include nemmeno i dati principali (tipo e targa del veicolo, ora dell’accertamento e tipo di infrazione). Il sistema di notifica è legale e, almeno per chi ha più dimestichezza con le nuove tecnologie, potrebbe perfino risultare più funzionale. Di certo, però, è poco piacevole al pari di quello tradizionale.
Comunque sia, per una verifica immediata l’automobilista può accedere sui siti dedicati al cosiddetto Fascicolo del Cittadino (è necessario crearsi un account e serve lo Spid), verificare il tipo di contestazione e, semmai, pagare il dovuto. Il documento è scaricabile solo dal diretto interessato: significa che anche presentandosi con il QR Code presso gli uffici della Polizia Municipale, gli addetti non hanno modo di prendere visione del verbale dettagliato, disponibile solo in un secondo tempo. Una situazione che crea non pochi imbarazzi nel rapporto tra agenti e automobilisti.
Il sistema prevede che sia possibile contestare direttamente sul sito la contravvenzione, se si riscontra un errore grossolano. La stessa amministrazione può richiedere al Prefetto l’annullamento del verbale se stabilisce che non è redatto in maniera completa o esaustiva. L’ultima istanza è quella del ricorso, anche davanti al Giudice di Pace.
Se il versamento avviene entro 5 giorni l’automobilista ha diritto a uno sconto del 30%. La riduzione, in realtà, è prevista anche per chi riceve il verbale direttamente a domicilio, una volta che il “cervellone” dell’amministrazione comunale (o di chi si occupa della riscossione) ha elaborato la sanzione amministrativa. In quel caso, tuttavia, scatta anche l’addebito delle spese di notifica, che possono anche superare l’entità dello sconto.
La sanzione amministrativa per il divieto di sosta prevede una somma minima (di 41 euro) che è sempre pari a un quarto di quella massima. Si ha diritto allo sconto del 30% in caso di pagamento entro 5 giorni dalla visione sul sito o dal recapito. Se il pagamento avviene entro 60 giorni va corrisposta l’intera somma minima. Scaduto quel termine o in caso di rigetto del ricorso da parte delle autorità la cifra da versare è il doppio di quella minima. Quella massima scatta quando il trasgressore non paga affatto.