“Se il trend si mantiene così abbiamo calcolato che il padel in tre anni raggiungerà le dimensioni del tennis. In Spagna, dove esiste da oltre trent’anni, ormai il padel ha superato i tesserati del tennis. E da noi sta accadendo la stessa cosa”. Parola di Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis, che ha risposto così all’ex campione Nicola Pietrangeli, che aveva definito il padel “il trionfo delle pippe”, in cui “anche gli scarsi si divertono”. Binaghi non è d’accordo: “Si impara e ci si diverte da subito, è un gioco che piace moltissimo alle donne, è facile da apprendere e non richiede chissà quali fondamentali” ha spiegato il numero uno del tennis italiano secondo cui il padel “è uno sport estremamente aggregante, crea socializzazione, e coinvolge tutti all’interno di una famiglia. A giocare a tennis era quasi sempre il papà, e alla partita andava puntualmente da solo. Ora – ha aggiunto – ai tornei di padel partecipa anche la moglie, e magari anche il figlio”.

Non solo. La promozione di Binaghi – come si legge dalle colonne della Nuova Sardegna – È uno sport che si autopromuove, perché i campi si vedono nelle strade, sono integrati nella città. Infine è un ottimo business, perché richiede una superficie ridotta rispetto a tennis e calcetto, e il ritorno dell’investimento è superiore”. Ma su un campo da padel gli specialisti sono più forte dei campioni del tennis? Per gli appassionati del padel non ci sono dubbi: i tennisti non possono competere. “Per me è una cazzata – ha detto Binaghi – Navarro (uno dei più forti giocatori al mondo di padel, ndr), rispetto a Nadal, ha il fisico di un ragioniere. Aspettiamo che comincino a girare i soldi veri sul padel, e poi ne riparliamo. Certi atleti, certi talenti, qualunque racchetta gli metti in mano, saranno comunque di un altro pianeta”.

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