Da un lato il superamento dei fondi stanziati dal governo, dall’altro lo stop delle banche all’acquisto dei crediti dalle imprese a causa del superamento del livello di imposte e contributi che possono essere oggetto di compensazione. In aggiunta la circolare con cui ieri l’Agenzia delle Entrate ha ribadito che gli istituti che non esercitano una “elevata diligenza” saranno considerati responsabili dell’eventuale illecito e dovranno restituire l’importo corrispondente alla detrazione più le sanzioni. Risultato: il mercato della cessione dei crediti originati dal Superbonus 110% – a cui Mario Draghi ha più volte spiegato di essere contrario – è congelato. Secondo la Cna 33mila imprese artigiane con il “cassetto fiscale” pieno di crediti ma senza liquidità rischiano di fallire. Il Movimento 5 Stelle, reduce dalla scissione di Luigi Di Maio, coglie l’occasione per ripartire da uno dei suoi cavalli di battaglia e chiede al governo di dare via libera a una seria di emendamenti che ripristinerebbero la cedibilità.
La scia ininterrotta di revisioni normative, aggiunte, interpretazioni, correzioni sui bonus edilizi ha fatto scivolare nel caos tutti gli attori della filiera: le famiglie, i condomini, le imprese e anche gli istituti finanziari, protagonisti della cessione del credito. L’ultima goccia è stata la circolare dell’Agenzia delle Entrate in cui viene richiesta alle banche la massima attenzione (‘diligenza’ in gergo normativo) nel verificare i requisiti della cessione, per evitare di figurare come responsabili in solido degli illeciti ai danni del fisco. La circolare prevede che la verifica circa la responsabilità in solido del singolo cessionario (cioè l’acquirente) debba essere condotta, “caso per caso, valutando il grado di diligenza effettivamente esercitato che, nel caso delle banche, deve essere particolarmente elevato e qualificato“. Insomma una attenzione massima e una verifica certosina che, secondo alcuni, potrebbe comportare un appesantimento per le imprese da una parte e per le stesse banche dall’altra. Gli istituti di credito peraltro avevano sempre richiesto documentazioni estensive e certificazioni da parte di terzi attirandosi anche qualche critica per l’eccessiva mole di carte.
Giovedì sera il tema è stato al centro di una riunione di maggioranza tra i gruppi che sostengono l’esecutivo, il viceministro all’Economia Laura Castelli e il sottosegretario al Mef Federico Freni. Come priorità sono stati indicati lo sblocco dei plafond delle banche e l’ipotesi di concedere la cessione del credito alle partecipate pubbliche. Fra i nodi anche i debiti pregressi nei cassetti fiscali e l’obbligo dell’attestazione Soa per le imprese che vogliano avvalersi degli incentivi fiscali relativi ai lavori edilizi, che vari gruppi chiedono di abrogare. L’obiettivo è inserire alcune modifiche attraverso emendamenti al decreto aiuti. Il confronto sui vari temi con il governo è stato aggiornato a lunedì. Poi le commissioni potrebbero cominciare le votazioni degli emendamenti.
I senatori M5s Mario Turco, Agostino Santillo e Gabriele Lanzi accusano il governo di non ascoltare il “grido di dolore” di 21 tra associazioni di impresa e professionali – Ance, Rete professioni tecniche, Confcooperative lavoro e servizi, Agci produzione e servizi di lavoro, Legacoop, GeneralSoa, UnionSoa, Usi UnionSoaItaliane, Confartigianato imprese, Anaepa Confartigianato edilizia, Confindustria, Cna Costruzioni, Conforma, Fondazione Inarcassa, Confapi Aniem, Isi Ingegneria sismica italiana, Federcostruzioni, Casartigiani, Claai, Anaci e Oice – che hanno chiesto lo sblocco della circolazione dei crediti. “Siamo stanchi di ripetere che l’incidenza del Superbonus sulle frodi è minima, stanchi di sottolineare che le truffe sono relative ad altri bonus e fanno riferimento soprattutto al 2021, quando non erano ancora intervenuti i vari decreti antifrode“, scrive Santillo. “Soprattutto siamo stanchi di far notare al Governo che non si può sempre e solo puntare l’indice sui costi del Superbonus, che peraltro è un investimento in transizione ecologica confermato nello stesso Pnrr ed elogiato dall’Ue, senza mai considerare tutti gli effetti benefici prodotti dalla misura e dalla circolazione dei crediti d’imposta sul sistema economico in termini di maggiori entrate fiscali, incremento del numero delle imprese, aumento dei posti di lavoro, conseguente aumento dei consumi, incremento degli acquisti collaterali alle agevolazioni edilizie, aumento del risparmio energetico conseguito, incremento del valore degli immobili oggetto di efficientamento”.
I deputati Angela Masi, Antonio Federico, Riccardo Fraccaro, Luca Sut dal canto loro evidenziano la ripresa di una “narrazione tossica per cui il Superbonus 110% sarebbe al centro delle frodi fiscali registrate nei mesi passati: una fake news che evidentemente conviene diffondere per provare a giustificare il blocco della cessione dei crediti determinato da decisioni improvvide del ministro Daniele Franco.