“Ho cercato di enfatizzare il mio stile, il classico in chiave moderna. Che poi è tutto da discutere cos’è il moderno. Magari per qualcuno il moderno è il classico abito a doppiopetto mentre per qualcun altro lo è portare una giacca con una camicia fuori. È quello che io mi prefiggo ogni volta, di non farvi scrivere il solito Armani, ma di farvi scrivere Armani in chiave moderna, Armani 2023”. Ogni sfilata di Giorgio Armani è una lezione di moda. Quando i modelli lasciano la passerella, lui si affaccia timidamente dal backstage e, dopo essersi preso gli applausi del pubblico, non si sottrae mai alla curiosità dei giornalisti. Con pazienza ma piglio deciso, risponde ad ogni domanda con l’accuratezza di un sarto e la profondità di un filosofo, mentre il suo sguardo di ghiaccio riluce di entusiasmo vitale. Fare abiti è la passione che ha scandito tutta la sua vita ma ora è diventata quasi una sfida con se stesso. Quella di riuscire ad essere sempre coerente ma, al contempo, sempre nuovo, all’avanguardia. E nell’epoca dell’iperistantaneità che rende ogni cosa già vecchia un secondo dopo la sua nascita e dell’ossessione per l’attenzione, questo suo esercizio di stile appare come una vera impresa. Ed ecco allora che per questa collezione uomo Giorgio Armani Primavera/Estate 2023, il “Re” ha voluto osare ma senza strafare, facendoci pregustare quelle sensazioni di gioia pura che questa stagione sprigiona proprio come i gelsomini al calar del sole.
Con i riflessi lucenti di dune sabbiose a fare da sfondo, ha fatto sfilare uomini che sfoggiavano a cuor leggero un’eleganza innata, catturando l’attenzione con i particolari “classici messi in maniera inconsueta e assortiti tra loro altrettanto in modo inconsueto”. I modelli solcano la passerella con leggiadria e serenità, sotto gli sguardi attenti dei giocatori dell’Olympia Milano, che hanno appena regalato al signor Armani la gioia della vittoria del campionato italiano di basket. “È vero che tornano, è vero che è bello vedere un uomo vestito bene con abiti rassicuranti però è vero anche che è bello vedere un’evoluzione nella moda – ha spiegato -. Quindi ho fatto colori speciali, abbinamenti speciali, ma rassicuranti. Perché io credo che sia proprio questo ciò che tutti vogliamo in questo momento: qualcosa di accettabile, credibile, rassicurante se è possibile”.
Così, tra quei particolari, troviamo le espadrillas: lo stilista le ha scelte per l’80% dei suoi look, eleggendole di fatto a capo must-have della prossima estate. Leggere, discrete, assai più chic delle sneakers, queste “pantofole” conferiscono ai suoi uomini un’andatura di rilassata leggerezza, una movenza naturalmente gentile e un’aria di disinvolta nonchalance, doti rare al giorno d’oggi. Da troppo tempo, ormai, sentiamo la mancanza di un uomo che può muoversi nella vita con questa ricercatezza autentica, fatta di attenzione e delicatezza, ma anche determinazione: i colori sono quelli per eccellenza della palette armaniana, il grigio, il bianco, gli azzurri polverosi che culminano nei verdi; e ancora, i blu in tutte le nuance, da cui saettano insoliti bagliori. “Il luccichio non è quai mai elegante per l’uomo – ammonisce “Re” Giorgio -, perchè significa il raso, le paillettes; significa relegare l’utilizzo quel capo di abbigliamento alla sera. Però qui, in questo caso, ho voluto creare un rimando con i riflessi della sabbia dorata del deserto. È quel senso di libertà che l’uomo deve avere e che non è sofisticatezza a tutti i costi. È la libertà che ognuno può e deve concedersi”.