Moda e Stile

Il té del pomeriggio? Un rito di lusso: da 75 sterline in su per sorseggiarlo negli alberghi

Londra ha perso il suo posto al vertice delle destinazioni preferite dai turisti del segmento lusso con danni evidenti in tutto il comparto interessato che ora, a gran voce, chiede una marcia indietro. Basterà un sontuoso Afternoon Tea?

di Antonella Zangaro

A Londra, anche la tradizione dell’Afternoon Tea è diventata uno degli appuntamenti sui quali gli alberghi più lussuosi puntano per allargare la loro offerta e riportare in città i turisti più ricchi. Con sfide a suon di tea indiani, calici e pasticceria francese sempre più elaborata, gli hotel a cinque stelle cercano di riconquistare quel turismo di fascia alta che, dopo Brexit e pandemia, fatica a tornare nel Regno Unito. Rivisitare la tradizione per continuare a garantire prodotti ed esperienze originali e molto lussuosi è la filosofia sposata anche dalla casa reale di Dubai che, per il restauro del Carlton Tower Jumeirah, ha appena investito circa 100 milioni di sterline.

Ma oltre alla struttura e alle stanze, il piano di rilancio ha incluso anche la creazione di un nuovissimo Afternoon Tea che fosse “Un tributo alla natura”, da 75 sterline a testa, in su. Per questo progetto è stata arruolata Jessica Préalpato – scuola parigina di Alain Ducasse – che ha lavorato insieme a Kew Gardens (giardini botanici patrimonio UNESCO dal 2003) sotto la guida della creatività del General Manager, Andrea Salerno, italianissimo e molto appassionato della materia. Un tripudio di dolce e salato, come vuole la tradizione iniziata nel 1718 dalla duchessa di Bedford, che, nella struttura di Knightsbridge a due passi da Harrods, ha debuttato da poco più di una settimana.

“La leggenda – ci spiega Salerno – racconta che a quei tempi il pranzo era fissato intorno alle 12.30 e la cena dopo le 20.30”; un problema per le nobildonne che faticavano ad arrivare a sera senza essere affamate. Ma siccome per una Lady non era elegante abbuffarsi a tavola, la duchessa si è inventata questo piccolo intermezzo da celebrare con le amiche a metà giornata; poi, il famoso tea delle 5 diventa una convenzione diffusa quando anche la regina inizia ad organizzarlo a corte.

Andrea Salerno ha studiato il concept assecondando una filosofia molto green e a chilometro zero, mentre Jessica Préalpato ha trasformato queste idee in sandwich salati da abbinare agli champagne e a dolci senza zucchero da gustare insieme ad una scelta di 37 varietà diverse di tea. Tutti gli ingredienti arrivano da Kew Kitchen Gardens, l’area dei giardini botanici dove crescono i prodotti edibili accanto alla Millenium Seed Bank, la banca di semi (2 miliardi e mezzo di varietà) più importante al mondo.

“Volevamo creare qualcosa di unico” ci spiega Andrea Salerno che con questa idea vuole sfidare la concorrenza come, ad esempio, il Berkley Hotel che offre l’Afternoon Tea ispirato alla moda oppure il Rosenwood che mette in scena l’arte. Ma questi sforzi non è detto che basteranno a garantire il successo. Il vero problema oggi è rappresentato dalla crisi del lusso che sta vivendo tutta la Gran Bretagna che non è più la meta preferita per le vacanze e lo shopping dei super ricchi.

La pandemia e le scelte operate dal governo hanno pesantemente inciso sul settore che, fino al 2019, contribuiva al 4% del Pil. Sommando gli arrivi internazionali a quelli locali si parlava di un indotto quantificabile in 85 miliardi di sterline sonanti. Di queste, 30 miliardi erano frutto del cosiddetto High-end Tourism, ovvero quello rappresentato da chi soggiorna in alloggi super lussuosi, compresi gli hotel a cinque stelle. Poi è arrivata la pandemia che ha fermato il traffico dei voli intercontinentali e, se a questo si sommano due anni di regole stringenti per viaggiare, il risultato finale è stata la progressiva perdita di turisti, tutti demotivati all’idea di andare troppo lontano. Come se non bastasse, a dare il colpo di grazia sul flusso di denaro in arrivo dai portafogli dei più ricchi è stata la Brexit. Il governo inglese, nel 2020, ha deciso di abolire lo shopping tax free aggiungendo l’IVA agli acquisti dei turisti stranieri extra UE. La Gran Bretagna di Boris Johnson, negando questo vantaggio ha penalizzato tutto il settore e ha spostato l’asse su altre destinazioni come Parigi, Milano e Madrid.

Come conseguenza, Londra ha perso il suo posto al vertice delle destinazioni preferite dai turisti del segmento lusso con danni evidenti in tutto il comparto interessato che ora, a gran voce, chiede una marcia indietro. “Riportare turisti con grande capacità di spesa nel Regno Unito è vitale per tutto l’ecosistema che include anche le attività correlate” chiarisce l’ultimo report di Walpole, l’osservatorio del lusso. Ricreare le motivazioni per riportare turisti a Londra, soprattutto quelli di fascia alta, è la prossima sfida per tutti. Obiettivo: servire Afternoon Tea unici dopo sessioni di shopping sfrenato come solo a Londra si poteva fare.

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