di Chiara

In questi mesi mi sono resa conto che spesso è vero quello che dicono gli amministratori comunali: a volte i cittadini partono dal proprio giardino di casa e si “svegliano” solo quando qualcosa li tocca in prima persona. È vero, ma in fondo che cosa non inizia così? Penso alle donazioni contro la ricerca sul cancro; penso alla creazione di fondazioni in ricordo di qualcuno o per la ricerca di malattie rare. Molte cose partono da un argomento, una esperienza personale o da una situazione che ci interessa o che ci ha fatto soffrire. Ed è in questo contesto che ci sarà chi farà la differenza, ovvero quelle persone che, nella disavventura che la vita gli riserva, decideranno di cogliere l’opportunità.

Sono quelle persone che quando stanno male decidono di aprirsi agli altri creando fondazioni, associazioni, comitati solo per il bene comune. Sono quelle persone che quando diventano consapevoli cambiano idea, agiscono al di là di carriere politiche, della demagogia o di ciò che hanno da perdere. Perché in fondo è così che si cambia il mondo! Sì, il mondo!

Penso a questa disavventura del polo logistico Conad, che ha colpito la mia città. In questi mesi ho appreso tante informazioni che non conoscevo: gli effetti dell’inquinamento sulle persone, gli effetti dell’inceneritore e lo studio Moniter promosso dalla mia Regione, e ho “visto” per la prima volta il mio quartiere, la Sacca, e questa città. In questi mesi mi sono chiesta spesso fino a quando prevarranno gli interessi egoistici di chi mira al profitto a tutti i costi. Mi sono chiesta spesso anche perché i cittadini non si confrontino, non facciano fronte comune, deleghino e del perché dicano: “tanto è già tutto deciso”. Perché non combattere invece, facendo magari la differenza nelle nostre singole azioni? Perché sì, è così che si inizia a cambiare il mondo e il “Comitato Europa” ha invitato tutta Modena a crederci!

Oggi so che per questa faccenda del polo occorrerà fare i conti con interessi già presenti, tanto grandi quanto antichi. Un doloroso pugno nello stomaco curato con una nuova consapevolezza che tradurrò nel mio voto elettorale 2024. E sono arrivata alla conclusione che forse, chi lo sa, questa volta non spalancherò le ali, ma sicuramente è cresciuta prepotentemente in me l’idea che devo pretendere un futuro migliore, e che le idee “sono come le stelle, che non le spengono i temporali”.

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