“Sentenza della Corte Suprema americana sull’aborto? Un grosso errore e per me una grande delusione. Su diversi temi, come ad esempio sulla legalizzazione della cannabis, gli Usa sono stati antesignani di una politica all’avanguardia. Ora questa sentenza li riporta indubbiamente indietro”. È il commento pronunciato ai microfoni di Radio Radicale da Emma Bonino, senatrice di +Europa e storica protagonista della battaglia per il referendum sull’aborto che lo rese legale in Italia.
La parlamentare spiega che la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha cancellato il diritto costituzionale all’interruzione di gravidanza, mette gli Usa più o meno in una situazione simile a quella europea: “Questa sentenza cancella la legge federale e delega la regolamentazione dell’aborto ai singoli Stati. In Ue non abbiamo una direttiva unica che valga per tutti i Paesi membri: in Polonia, ad esempio, l’aborto è illegale e a Malta addirittura non c’è il divorzio. Adesso ci sono alcuni Stati che hanno deciso di seguire la sentenza della Corte Suprema, come il Missouri e il Texas – aggiunge – altri Stati invece resisteranno. Cosa potrebbe fare Biden? Mi sembra di capire che dal punto di vista legislativo la sentenza è definitiva, quindi non ci si può appellare a qualche altro organo, peraltro come accade da noi quando la Corte Costituzionale si pronuncia, ad esempio, su un referendum. Anche da noi non ci si può appellare a nulla”.
Poi pone l’accento sulle due conseguenze della sentenza: “il ritorno al dramma dell’aborto clandestino, con tutto l’impatto negativo sulla salute delle donne, e il turismo sanitario, fenomeno a noi già ben noto”. Turismo che, chiosa Emma Bonino, “potrà aiutare le donne più abbienti, ma, come sempre accade, lascia indietro le più povere. Perché, come dico sempre, i ricchi viaggiano, i poveri emigrano“.