“Quando l’ho rivisto ho provato una grande felicità e un grande sollievo“. È emozionato e incredulo il padre di Francesco, il bambino di nove anni scomparso tra i monti del Bellunese e ritrovato dopo 24 ore. “Mio figlio sta bene, neanche un graffio. Ora sta riposando”, ha spiegato l’uomo al Gazzettino. Seduto sotto la veranda della casa, nel comune di Tambre (Belluno), ha provato a raccontare la vicenda, che lo ha visto protagonista insieme alla moglie, al giornale veneto.

Il calvario per i due genitori è iniziato alle 19 di venerdì, 24 giugno, a Pian delle Laste, nel bellunese. “Mi ero fermato per leggere un cartello – spiega il padre – quando ci siamo persi di vista. L’ho chiamato più volte, ma non ho ricevuto risposta. Probabilmente siamo andati in direzioni diverse”. I soccorsi si sono attivati immediatamente, ma nemmeno il cane molecolare è riuscito a fiutare Francesco, depistato forse dalla pioggia che ne aveva “lavato via” le tracce. I Vigili del fuoco sono poi stati aiutati da un gruppo di volontari, il cui contributo si è rivelato fondamentale.

“È andata bene e non so come ringraziare le centinaia di persone che si sono mobilitate. Così come vorrei poter conoscere l’uomo che lo ha trovato”. Si tratta di un escursionista che casualmente ha incontrato il bambino, a un’altezza di 1200 metri. L’elicottero dei Vigili del fuoco, che stavano sorvolando la zona, li ha individuati e, una volta atterrato, l’elicotterista Adalgiso Del Favero ha raggiunto il bimbo dicendogli: “Dai, vieni a fare un giro con noi, non avere paura”. Il piccolo è stato imbragato e sollevato con il verricello a bordo dell’elicottero Drago 139 che lo ha portato in salvo, riconsegnandolo ai genitori. Se i soccorritori sono riusciti a trovare Francesco è anche grazie alle indicazioni della madre: le ricerche avevano iniziato a battere l’area in salita, ma la donna ha spiegato che il piccolo ha difficoltà di movimento e che quindi era più probabile che fosse sceso, aggiungendo che non si allontanava mai dai sentieri principali.

“Quando l’ho riabbracciato – conclude il padre – la prima cosa che mi ha detto è che aveva fame. Così lo abbiamo subito rifocillato. Era un po’ intirizzito dal freddo della notte, ma stava bene. Non lo abbiamo nemmeno portato al pronto soccorso. Non ce n’è stato bisogno”. I genitori hanno voluto dedicare un pensiero anche al sindaco, Sara Bona, e il vicesindaco del paese, Ueli Costa. “Abbiamo seguito da vicino la vicenda – dice Bona -, ma più di me si è attivato il mio vice rimasto in piedi tutta la notte”. Costa, infatti, aveva già predisposto delle squadre aggiuntive di volontari per supportare i soccorritori ufficiali. “Avevo messo assieme cento persone – racconta il vicesindaco – per fortuna non ce n’è più stato bisogno”.

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